“La situazione che stiamo subendo è peggiore di quella che abbiamo dovuto affrontare con la pandemia da Covid”. Lo sostiene Massimiliano Schiavon (quattro hotel a Jesolo e uno a Venezia, sotto la sigla MJHotels), presidente di Federalberghi Veneto, associazione che rappresenta circa 2.500 aziende su un totale di tremila, una delle più importanti componenti regionali del sistema Federalberghi nazionale, che associa 33 mila strutture, per lo più (80%) a conduzione familiare.



Presidente, lei ovviamente si riferisce al costo di gas ed energia elettrica. Si dice che almeno un terzo degli hotel, viste le nuove bollette, stia rischiando il default. È davvero così?

Nei prossimi due mesi scadranno gli interventi di sostegno che il Governo aveva adottato per mitigare il caro bollette. Malauguratamente, il Governo è stato sfiduciato, e mentre si aspetta la nascita di quello nuovo la situazione sta precipitando. La verità è che sarebbe necessario fin da subito estendere alle piccole imprese il credito d’imposta per l’energia elettrica, raddoppiare le percentuali di credito d’imposta e prorogare gli interventi. Un collega nel luglio del 2021 aveva ricevuto una bolletta per l’energia elettrica di 22 mila euro, oggi ne ha ricevuto una, per luglio 2022, da 70 mila. E sta ancora aspettando quella del gas, per fare due conti e stabilire se gli convenga andare avanti o chiudere tutto.



Con buona pace di chi sognava una nuova fase di destagionalizzazione delle strutture…

Certo, ma non solo: bisogna considerare anche i riflessi del caro-energia sull’occupazione. Proprio in questo periodo solitamente si procede ai rinnovi dei contratti per i lavoratori stagionali. Inutile dire che è tutto fermo: come si fa a programmare l’attività con la continua lievitazione dei costi per l’energia?

Secondo lei, come si dovrebbe intervenire?

Con interventi mirati, come dicevo prima, ma anche con misure più drastiche. Il presidente Draghi s’era già espresso sui superguadagni delle società che su gas ed energia stanno accumulando extrautili. Ad esempio, le stime per Enel 2022 parlano di utili netti ordinari tra i 5,6 e i 5,8 miliardi di euro. Ed Eni in sei mesi segna un utile netto di 7,3 miliardi. Ma Draghi oggi è confinato al disbrigo dell’ordinaria amministrazione fino alle elezioni, mentre la bolla squisitamente speculativa va avanti indisturbata. Follia.



Come pensate di affrontare la situazione?

Fidi imprese e turismo sta mettendo a disposizione strumenti finanziari per poter rateizzare i conti energetici. Ma si tratta di tamponi, di un piano B che non risolve il problema. Il piano A è una rivisitazione finanziaria del regime di costi e fatturazioni di gas ed energia, per non dover assistere a fenomeni di rigetto, come quelli che si stanno verificando in Inghilterra, dove è nato (via social) il movimento “Don’t pay Uk”. In centomila hanno avvisato il Governo: se entro settembre non si adotteranno correttivi, scatterà lo sciopero della bolletta, magari con la sospensione dei RID bancari.

In mancanza di variazioni, come prevede si possa andare avanti?

Più che altro si tornerà indietro, con alberghi costretti a rinunciare alle stagioni lunghe o altri che addirittura non potranno affrontare l’inverno, nemmeno in montagna, mettendo in pericolo nuovamente il movimento sciistico, già azzerato due anni fa per Covid. A tutte queste incertezze, bisogna sommare anche quelle delle famiglie, anche loro alle prese con l’inflazione galoppante e con il caro-energia. Tutti fattori che spingono a non impegnarsi in anticipo con prenotazioni, già prima attestatesi su un timoroso sottodata. Allora, si capiscono gli incubi degli operatori: assoluta incertezza sulle presenze, fin troppo certi invece i maxi costi di gestione.

Tornano dunque le minacce per la prossima stagione invernale. Mentre invece quella estiva sta chiudendo alla grande, vero?

Direi di sì, nonostante i rincari di materie prime ed energia, sbalzi che in trent’anni non avevo mai dovuto affrontare, e malgrado gli extracosti siano ricaduti unicamente su di noi, visto che i listini si chiudono con largo anticipo ed era impensabile ritoccare le tariffe per i clienti in corso d’opera. I dati comunque indicano un trend complessivamente positivo, con una forte domanda interna, ma anche estera: in alcune destinazioni la somma delle presenze dei turisti stranieri supera le presenze degli italiani.

Numeri importanti anche nelle città d’arte?

Davvero un ritorno alla grande, anche qui soprattutto grazie ai viaggiatori stranieri. Ma si ritornano a verificare anche fastidiosi fenomeni di overtourism, specie a Venezia, dove si continua imperterriti in un meccanismo che genera numeri, ma non qualità. 

(Alberto Beggiolini)

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