La denatalità sta sterminando il saldo anagrafico e ha già portato l’Italia al fondo della classifica mondiale: sestultimo posto. Peggio di noi solo piccoli Stati (come Andorra o Monaco) e Giappone e Corea (dove il Governo vara “appuntamenti al buio” per favorire gli accoppiamenti…). Ogni mille abitanti in Italia si contano appena 7 neonati a fronte di oltre 12 decessi. Lo scorso gennaio il nostro Paese registrava 58 milioni e 851 anime, ben 179 mila in meno sull’anno precedente. Siamo passati dalle 577 mila nascite del 2008 alle 393 mila del 2022. E l’esperto di statistica Roberto Volpi informa che quest’anno entrano in età feconda 279 mila quindicenni, ma ne escono 476 mila cinquantenni. Si tratta di un problema gigantesco, forse il padre di tutti i problemi, che minaccia la sostenibilità complessiva del sistema-Paese. Una questione che vede ancora non ben registrate due strategie agli antipodi: gli sforzi a favore della popolazione anziana in continuo aumento, e quelli tesi a favorire la natalità.
Tra i primi, lo scorso gennaio il Consiglio dei ministri ha varato un disegno di legge per politiche sulla silver age & economy, con riferimento tra l’altro anche ad anziani non autosufficienti, all’assegno unico per gli anziani, a una governance nazionale delle politiche in favore della popolazione anziana, con il compito di coordinare gli interventi, alla promozione di misure a favore dell’invecchiamento attivo e dell’inclusione sociale, anche sostenendo il cosiddetto “turismo lento”. Tra i secondi, la ministra “dedicata”, Eugenia (nome omen) Roccella, a guida del dicastero della Famiglia, della Natalità e delle Pari opportunità, sottolinea l’impegno del Governo a difesa della maternità, già protetta ma “in maniera antiquata”, dall’assegno unico per i figli a carico (finito sotto procedura di infrazione Ue) alla proposta di incentivi per il secondo figlio.
Nel mondo del turismo, da molto tempo l’industria dell’ospitalità ha rivolto alle famiglie e ai loro bambini un riguardo particolare, strutturando ad hoc interi family-hotel (un esempio su tutti: il Cavallino Bianco di Ortisei, per sei anni consecutivi primo al mondo della specifica classifica Travelers’ Choice awards di TripAdvisor), grandi resorts (come quelli di TH Group, che nel claim d’ingresso recitano “Welcome to family world”), parchi tematici e altro ancora.
Anche sull’altro fronte, quello degli anziani, risultano in attività numerose strutture: sono perlopiù case per vacanze assistite, in località soft (terme, laghi, mezza montagna, colline e borghi), dedicate ad anziani autosufficienti, ma a volte anche no, in questo caso fornendo una soluzione di soggiorno stagionale ideale anche per i familiari della persona diversamente giovane e bisognosa di aiuto. Non è un segmento di poco conto: la silver economy, l’economia riferita alla terza età, solo nel Lazio (tanto per fare un esempio) vale più di 30 miliardi, ed è l’unico tratto anagrafico ad aver incrementato i consumi (+23%) tra il 1996 e il 2021. Nel 2022 gli 1,3 milioni di anziani del territorio hanno speso circa 20 miliardi, soprattutto in cultura, turismo e ovviamente sanità.
Nel turismo, il mercato delle “vacanze della terza età” è considerato tra i più interessanti e continua a segnare un trend in sviluppo. “Ma resta tra i meno conosciuti sia in termini quantitativi che qualitativi”, come sostiene la piattaforma vacanzaterzaeta.it. L’Osservatorio di Italcamel, operatore specializzato, ha evidenziato che le ricerche mostrano non pochi limiti sia per l’assenza di una definizione statistica universalmente accettata di “anziano” (o di terza età), che per l’effettiva carenza di studi originali. Così accade di leggere report che considerano anziane persone che hanno 55 anni, oppure più di 59 anni, o oltre i 65. In realtà, non esiste un’età definita per l’inizio della vecchiaia: c’è l’anagrafe, vero, ma la demarcazione oggi è assolutamente indefinita. E ci sono anche la percezione di sé, la prestanza fisica, ed infine l’immagine di sé che vedono gli altri. Si dice che la vecchiaia inizia dal pensionamento, cioè dal ritiro dal mondo del lavoro, ma non tutti quelli che arrivano al pensionamento reagiscono e lo vivono allo stesso modo. Il concetto di vecchiaia, insomma, è stato spostato avanti nel corso degli anni (al pari dell’aspettativa di vita), e resta comunque legato alla prospettiva: ad un diciottenne un quarantenne apparirà già anziano, per un trentenne lo sarà un cinquantenne, ma per un ultra sessantenne solo chi ha più di 85-90 anni sembrerà “vecchio”.
“Il sistema turistico è consapevole dell’importanza del turismo della terza età, ma non mostra di essersi sufficientemente attrezzato di conseguenza. Per molti operatori gli anziani sono ancora solo riempitivi, una scelta di ripiego: si pensa a loro per riempire i periodi della bassa stagione, ma non li si considera un target privilegiato”. E ancora: “Il marketing delle destinazioni, così attento ai giovani, ai turisti d’affari, agli sportivi, dimentica volentieri la terza età. Quanto poi all’analisi delle proposte e dei cataloghi di vacanze dedicati dagli intermediari alla terza età, emerge un atteggiamento indifferenziato”. Molte proposte, cioè, si fondano sulla convinzione che l’anziano sia un turista acritico e facilmente manipolabile. In generale, si ritiene che gli anziani siano più vecchi di quanto loro realmente non siano, o non sentano di essere. Le ricerche più recenti invece hanno sfatato molti dei miti legati alla terza età, dimostrando ad esempio che gli anziani non trovano sufficienti gratificazioni in molte vacanze nei periodi di bassa stagione, sono particolarmente attenti alle esperienze di vacanza e non amano ripetere viaggi non soddisfacenti: pensando di non disporre ancora di molto tempo, è bene non sprecare quello che resta.
Per la travel & hospitality industry emerge dunque una traiettoria ancora non ben esplorata, quella da dedicare alla terza età, con soluzioni non frettolose o di ripiego, ma dedicate con ancora più attenzioni e sensibilità. La silver economy nel turismo può colmare lacune, aumentare la destagionalità, regalare agli operatori un revpar più interessante, e assicurare agli ospiti agée ancora nuove esperienze.
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