La conquista del riconoscimento “patrimonio dell’umanità – Unesco” non dev’essere un punto d’arrivo, ma una forte spinta sulla strada di una fruizione turistica sostenibile dei siti censiti. Queste le fondamenta del primo Forum Nazionale sul Turismo Sostenibile dei Siti Patrimonio dell’Umanità, un evento realizzato a CastelBrando (Cison di Valmarino – Treviso), sulle colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, in collaborazione con The European House – Ambrosetti e promosso dalla Regione Veneto e dall’Associazione per il Patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene Patrimonio dell’Umanità Unesco, primo appuntamento nazionale per l’elaborazione di riflessioni e proposte d’azione per valorizzare il turismo sostenibile e i Patrimoni dell’Umanità.
“Ospitare in Veneto il primo forum nazionale sul turismo sostenibile ha un significato importante – ha detto il governatore veneto, Luca Zaia -. Siamo tra le regioni italiane con il maggior numero di siti Unesco; una terra che ha saputo crescere in termini economici grazie anche alle importanti ricadute legate all’industria turistica. Un comparto che corre veloce e che ha superato le cifre da record del 2019: nei primi sette mesi del 2023, infatti, il numero di turisti che hanno soggiornato in Veneto è superiore allo stesso periodo pre-pandemico (+4% degli arrivi). Stesso andamento per le presenze, che rappresentano il numero di pernottamenti (+0,7%). Abbiamo avuto un boom di turisti stranieri, aumentati molto rispetto al 2022 (arrivi +29,6%, presenze +16,4%), tanto da superare il record del 2019 (arrivi +2%, presenze +1,7%). Anche il numero di italiani è largamente superiore alla situazione pre-pandemica (+7,8%), ma non ancora nelle presenze (-1,5%), soprattutto per soggiorni più brevi nelle città, al mare e alle terme”.
Presenze che però stanno facendo registrare ottime performances anche in queste settimane autunnali, favorite da un meteo clemente: l’annata potrebbe chiudere quindi con altrettanto ottimi consuntivi.
“Il mare, il lago e la montagna – ha continuato Zaia – hanno contribuito in maniera determinante e continueranno a fare la parte del leone, con le grandi città d’arte, ma per raggiungere questo primato, confermandoci nuovamente come la regione più turistica d’Italia, il riconoscimento dei siti Unesco rappresentano un tassello fondamentale. Essi debbono essere considerati i punti di partenza che impegnano le istituzioni, a tutti i livelli, a mettere in atto iniziative di prevenzione, salvaguardia e valorizzazione dei beni culturali, ambientali e paesaggistici. In questi anni abbiamo dimostrato la capacità del Veneto di guardare al futuro e questa vetrina nazionale ci permetterà ancora una volta di raccontare l’unicità dei luoghi veneti, 9 siti Unesco, 2 riserve Mab Unesco, il Delta del Po e il Montegrappa, ai quali si aggiungono l’Arte delle Perle di Vetro patrimonio immateriale e la recente iscrizione del Tocatì al registro delle buone pratiche di salvaguardia. Una sapiente combinazione tra cultura, turismo e sport. Questa è la formula vincente che valorizza le bellezze, gli antichi mestieri, l’enogastronomia, le eccellenze del nostro territorio, l’arte e il paesaggio. E tra un anno conto di ospitare nuovamente questo appuntamento per celebrare il decimo sito Unesco del Veneto”. Che potrebbe essere “La tecnica di appassimento delle uve della Valpolicella”, candidatura scaturita durante il “Vinitaly 2022”, a Verona. Gli altri nove siti Unesco veneti sono: la città di Verona, Vicenza e le sue ville palladiane, i siti palafitticoli, le colline del Prosecco, le opere di difesa veneziane tra XVI e XVII secolo, le Dolomiti, Venezia e la sua laguna, l’Orto botanico di Padova, e Padova (ciclo pittorico Urbs Picta).
Sempre focalizzato sul tentativo di nuova governance dei flussi turistici e dei territori anche il forum “Grandi destinazioni italiane per un turismo sostenibile. Iniziative e strumenti adottati dalle città”, tenuto l’altro giorno a Venezia, a Ca’ Calergi Vendramin. Dove è stato sottoscritto dell’assessore al turismo veneziano Simone Venturini, di Roma Capitale Alessandro Onorato, di Firenze Alessia Bettini, del consigliere comunale di Napoli Luigi Carbone e della dirigente autorità responsabile Piano Sviluppo e Coesione (PSC), Martina Rosato, un protocollo d’intesa con l’obiettivo di sviluppare e realizzare azioni condivise per migliorare la sostenibilità, la competitività e l’accoglienza nelle grandi destinazioni italiane, condividendo e favorendo buone pratiche per un turismo sostenibile.
L’accordo ha validità triennale e vuole “innestare un circolo virtuoso che, partendo dai risultati e benefici che si possono ottenere agendo nelle grandi destinazioni, si estenda alle altre realtà del turismo italiano sia in termini verticali, all’interno di tutta la filiera del comparto turistico, sia orizzontali, investendo territori sempre più estesi”. Le principali mète turistiche italiane chiedono, in sintesi, strumenti speciali: Venezia, ad esempio, ha già deciso l’introduzione nel 2024 del contributo d’accesso, per disincentivare il turismo mordi e fuggi e gestire i flussi in accesso al centro storico.
Il protocollo costituisce la nuova tappa di un cammino iniziato dieci anni fa, quando Roma, Milano, Venezia, Firenze, Napoli e Rimini firmarono l’intesa che diede vita al network. Il nuovo protocollo vuole “porre in essere azioni congiunte funzionali alla promozione di forme di sviluppo turistico compatibile con una migliore tutela e sostenibilità dei beni storici artistici, architettonici, archeologici e dei beni paesaggistici, rivendicando la responsabilità nei confronti di tutto il patrimonio nazionale”. La messa a terra delle intenzioni prevede adesso una sorta di regìa comune e di azioni condivise, evidentemente anche per costituire una forte capacità contrattuale nei confronti del Governo.
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