Pochi mesi fa, su queste pagine, scrivevamo dell’esistenza di “…agenzie che organizzano tour in zone di guerra, teatri di scontri magari non proprio nelle loro fasi più cruente, ma quasi. Proprio in Ucraina, già nel 2015 alcuni to proponevano (e riempivano) tour nei luoghi della guerra civile tra filo-russi e nazionalisti, fornendo ai partecipanti veicoli blindati, viveri, acqua e giubbotti antiproiettile”.
Adesso, a sei mesi dall’inizio del conflitto, emerge l’ufficialità del fenomeno, con l’amministrazione statale ucraina in prima persona impegnata ad attrarre la curiosità, ma anche la solidarietà, dei turisti stranieri. Sembra, più che altro, una provocazione, dettata anche dalla necessità di tenere alta l’attenzione del mondo sull’invasione che quel Paese sta subendo, e perché no anche dalla necessità di intercettare in qualche modo risorse esiziali in un disastro anche economico in cui la guerra lo ha fatto precipitare.
Ora non si creda che l’invito di Visit Ukraine – la più grande piattaforma ucraina dedicata al turismo – sia destinato a essere solo un titolo civetta sulle rassegne: sembra che a partire dal quarto mese di combattimenti l’Ucraina sia destinazione scelta da oltre un milione di turisti al mese, in arrivo da mezzo mondo. Tra i quali viaggiatori “estremi” risultano anche 25 mila italiani, solo in giugno. “L’Ucraina incuriosisce. C’è un crescente interesse verso il nostro Paese in guerra da parte di visitatori noti e anche comuni cittadini stranieri. Sperimentare la fuga in un rifugio in seguito a un allarme anti-aereo, come accaduto durante la visita di Angelina Jolie, stuzzica la fantasia di tanti a cui piacciono questi viaggi a rischio” sostiene Mikhailo Nepran, primo vicepresidente della Camera di commercio nazionale.
“L’Ucraina conosce da decenni queste forme di turismo – continua -. Ricordo nel 2014, durante la rivoluzione Maidan, i turisti che soggiornavano in tenda nella piazza, rischiando di trovarsi coinvolti in stragi. Mi dicevano che apprezzavano queste sensazioni particolari”. E come dimenticare i turisti alla centrale atomica di Chernobyl, che dopo la catastrofe del 1986 è divenuta il più celebre deserto nucleare al mondo? Frotte di “estremi” da tutto il mondo, spinti anche dalla curiosità suscitata dalla lugubre serie tv.
Oggi ecco sbandierati i “pacchetti” organizzati online da Visit Ukraine, per visitare le città, ma anche seguire le tracce dei combattenti, vedere come i centri abitati si stanno riprendendo dagli orrori. “Il numero dei turisti aumenta: sono sicura che molte persone vorranno visitare i luoghi che sono diventati simbolo della distruzione causata dalla occupazione russa: Irpin, Bucha, l’isola dei Serpenti, Chornobaivka” ha detto all’Adnkronos Mariana Oleksiv, capo dell’Agenzia statale per il turismo dell’Ucraina. I tour proposti (ci si prenota oggi per viaggi che si svolgeranno il prossimo anno, a guerra finita, si spera) vanno dal Family tour nei Carpazi a Brave cities, città coraggiose, con un giro di Kiev, Bucha, Irpin, Kamianets e Podilsky, il tour nell’Odessa del crimine e via dicendo.
“A oggi – spiega Mariana Oleksiv – sappiamo che nei primi quattro mesi del 2022 nel budget statale è stato versato un 18% di tasse in meno provenienti dal comparto rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. E questa è solo la punta dell’iceberg, perché di solito la stagione turistica in Ucraina inizia a giugno e dura fino all’ottobre. Il periodo delle maggiori perdite economiche arriva adesso”. Ma non si tratta di un fenomeno legato solo ad un turismo esperenziale estremo. “Stiamo pianificando – conclude Oleksiv – in quali luoghi creare i memorial e i percorsi di cordoglio, dove raccogliere i mezzi militari distrutti lasciati dai rashisti (i seguaci dei metodi adottati da Putin, ndr). Per noi è importante creare già adesso questi percorsi affinché gli ucraini e gli stranieri, che nel frattempo visiteranno l’Ucraina anche per ragioni di lavoro, possano capire cosa è accaduto e possano raccontare in seguito la nostra lotta e vittoria ai propri figli e nipoti”.
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