C’è aria d’Europa. Il 6 giugno s’avvicina e sembra che tutti i dicasteri a Bruxelles stiano affollando agende e calendari, in una dimostrazione last minute di attività ed efficienza, in vista della tornata elettorale. Dopo lo stress-test del Covid, adesso le sfide sono forse ancora maggiori, dalla difesa (sta per scattare l’operazione Aspides nel Mar Rosso) all’economia (tutti in attesa della revisione al ribasso dei tassi). Il turismo non manca alla chiamata.



L’altro giorno, a Louvain-La-Neuve (una località di 30 mila anime, a trenta chilometri dalla capitale belga, nel Brabante vallone), s’è svolta una “ministeriale”, ossia una riunione informale dei ministri del Turismo dell’Ue, per “fare il punto sul tema della transizione digitale e verde, oltre che evidenziare la centralità del turismo in Europa”. Gli uffici di Santanchè informano che s’è discusso del primo bilancio (stocktaking report) della Commissione sull’attuazione, lanciata due anni fa, del “Transition Pathway for Tourism”, che è il rapporto sui progressi compiuti dagli Stati membri e dall’industria turistica.



“È importante – ha detto la ministra – far sì che il turismo acquisisca un ruolo di primo piano nell’Agenda europea, poiché si tratta di un settore traino per l’economia e l’occupazione e favorisce il benessere degli individui. L’Italia vuole dare il suo importante contributo nell’Unione europea affinché il turismo sia una priorità e abbia una sua linea di finanziamento o almeno risorse adeguate rispetto all’impatto sul Pil dell’Ue. E lo sta facendo anche attraverso l’adesione a progetti finanziati dal Programma Europa digitale (Dep)”.



Proprio in vista delle prossime elezioni europee e in base all’agenda della prossima Commissione, la ministra ha ricordato l’importanza di “garantire che il turismo diventi una priorità nelle politiche dell’Ue”. “Con l’Agenda europea del turismo, il Percorso di transizione e la Dichiarazione di Palma – ha aggiunto Santanchè -, abbiamo fornito un orientamento chiaro sul ruolo del comparto nell’agenda dell’Ue, anche per la prossima legislatura. Contiamo sulle prossime presidenze e sulla Commissione per continuare a mantenere, a livello istituzionale, alta l’attenzione sul turismo e assicurare che sia riconosciuta la centralità e la trasversalità del settore così come stiamo facendo in Italia. Da parte nostra lo faremo anche promuovendo per la prima volta una riunione a livello ministeriale del G7 sul turismo a novembre”.

In attesa di verificare queste nuove attenzioni promesse, il comparto procede a suon di resilienza e innovazione, seguendo i bisogni e i nuovi trend. Freedome (marketplace di riferimento per esperienze outdoor) conferma che il turismo esperienziale sarà la vera tendenza del 2024, con un sempre maggiore interesse per le attività open air, che incidono marcatamente nella fase di prenotazione delle destinazioni. In crescita anche l’appeal esercitato dalle zone rurali (in Freedome nel 2023 +12%), con meno affollamenti e più possibilità di conoscenza di culture, territorialità, tradizioni. Soggiorni sostenibili, quindi, attenti all’impronta ambientale, sia quella della destinazione in sé, sia quella che il soggiorno stesso può lasciare. Secondo Faita-Federcamping (che ha evidenziato il suo ultimo report in un recente convegno a Portogruaro, Venezia), il trend di crescita del settore è in atto nel 2019 e si è incrementato negli ultimi tre anni.

Gli operatori non stanno a guardare: ad esempio, circa la metà delle imprese del turismo open air nel Nordest ha già investito per riqualificare e sviluppare nuove offerte. Si tratta di campeggi e villaggi che si trovano soprattutto lungo la costa (57%) e al Lago di Garda (19%), e che con 22 milioni di presenze l’anno sono al secondo posto dopo gli alberghi nell’offerta turistica. Un segmento che anno dopo anno si fa sempre più interessante.

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