“La sfida è sul tempo, come quando in un gran premio entra la safety car: tutti sulla stessa linea, ma appena esce la macchina, cioè adesso, vince chi corre più veloce”. La similitudine porta il copyright del ministro al Turismo Massimo Garavaglia, ieri a Venezia nell’incontro prima con gli stakeholder, poi con la Giunta e il presidente della Regione, Luca Zaia.
Uno Zaia assolutamente convinto dell’importanza di quest’industria nell’economia veneta, che vale – ha detto – 18 miliardi di fatturato “e un patrimonio inestimabile di comunicazione, perché è proprio grazie al turismo che i nostri territori si fanno conoscere nel mondo“. “Siamo la prima regione turistica d’Italia – ha proseguito Zaia -, con 72 milioni di presenze, e quasi il 67% dei turisti in Veneto è straniero. Oggi stiamo vivendo un momento particolare, vediamo una luce vera in fondo al tunnel, e i vaccinati non entrano più in ospedale. Essendo la nostra la prima regione anche per le vaccinazioni, siamo così i primi ad aver meno problemi. Il Veneto sta insomma per ricominciare la sua corsa, e questo Governo, grazie agli interventi, al Pnrr, ma anche ad un nuovo approccio, può essere davvero più vicino alle imprese, perché dove c’è un’impresa c’è occupazione. Qui l’80% delle imprese ha meno di 15 dipendenti, ci sono 600 mila partite Iva, e un Pil di 170 milioni di euro. Siamo entrati nell’era Covid come la regione con minore disoccupazione, 6,6%, ma anche noi ne usciamo con le ossa rotte, circa 60 mila posti di lavoro persi, dei quali almeno 35 mila nel mondo del turismo. Ma non siamo abituati a guardare indietro, il nostro sguardo è sempre davanti, dove troviamo generazioni imprenditoriali dinamiche, anche senza una lunga storia alle spalle, perché qui gran parte del turismo ce lo siamo inventati”.
Il presidente Zaia ha ragione: se si eccettuano Venezia e parzialmente Verona, gran parte dei poli attrattivi veneti odierni sono di nascita relativamente recente, come Bibione, Jesolo o Cavallino Treporti, un paio di generazioni o poco più. “Dalle paludi alle grandi spiagge, un percorso rapido e di successo – aggiunge ancora Zaia -: Cavallino, ad esempio, una delle realtà open air più grandi al mondo, oggi (pre Covid) segna 9 milioni di presenze. Ma di esempi potrei farne mille. La realtà è che tutte le attrazioni che ci sono in giro nel mondo, qui noi le abbiamo. È questa la nostra migliore promozione turistica: da noi si trova tutto”.
“Il Veneto è il turismo – ha confermato il ministro -. Qui c’è davvero tutto quello che si può offrire. Adesso siamo nel momento della ripartenza e dobbiamo ripartire veloci. Servono volontà, organizzazione e buone idee. Un tema emerso chiaramente oggi, e forse non percepito ancora appieno, è la fatica nel reperimento dei lavoratori. Bisogna intervenire. Qualcosa è stato fatto, con la decontribuzione, quasi 800 milioni, forse la misura più importante fatta finora per il turismo: cioè non si fanno pagare i contributi per chi torna in azienda. Giustamente adesso ci si chiede di estendere il provvedimento anche per gli stagionali: ci stiamo lavorando. Si sta correndo anche con le regole: il Green pass europeo è ormai alle porte, occorre comunicarlo al mondo intero affinché si possano ricevere velocemente le prenotazioni. In tutta Europa si potrà viaggiare seguendo le tre regole ormai note: vaccinazione ricevuta, tampone negativo, guarigione dalla malattia. E fino a quando il pass non sarà codificato, informatizzato e in vigore, basterà comunque utilizzare i certificati cartacei”.
Infine, la questione aperta sulle vaccinazioni ai turisti: “Dove ci sarà la possibilità di farlo, perché no? Non vedo grandi problemi, ovviamente serve buonsenso, perché se uno va via due giorni può organizzarsi diversamente”.
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