Il Parco dei Mostri a Bomarzo, uno dei luoghi più affascinanti e ancora oggi misteriosi della penisola italiana e che tuttavia all’estero è diventato oggetto di un vero e proprio culto. La Villa delle Meraviglie, conosciuta anche come Sacro Bosco (nome attribuitogli dal suo mecenate, il principe Pier Francesco Orsini che decise di commissionarne la realizzazione a Pirro Ligorio, architetto estroso e anche antiquario), e che sorge nei pressi del centro in provincia di Viterbo infatti rappresenta un “unicum” non solo nel panorama nazionale per via delle sue paurose ma allo stesso tempo affascinanti statue di pietra e muschio attorno alle quali sono fiorite nel corso del tempo leggende anche a miti che interessano lo stesso principe dato che una delle domande che ancora non hanno una risposta certa (o meglio ne hanno ancora troppe) è quale sia stata la sua reale intenzione dietro la volontà di creare questa sorta di giardino incantato.
IL GIARDINO DEI MOSTRI A BOMARZO
Infatti il Parco dei Mostri di Bomarzo ha suscitato sin dal XVI secolo (la sua inaugurazione infatti risale al lontano 1547) la curiosità e l’interesse di studiosi e artisti che non sempre sono riusciti a svelare tutti i misteri dietro le statue, le figure e le iscrizioni fatte disseminare dal Principe Orsini nel suo giardino di pietra incantato. A metà tra un barocco quasi onirico e lo stile grotesque, il Parco dei Mostri in provincia di Viterbo rappresenta uno spazio al di fuori dal tempo e in cui la parola d’ordine è visionarietà: infatti percorrendo questo luogo si incontrano mostri di ogni genere e simboli ancora arcani, mentre è presente al suo interno anche un piccolo tempio funebre che ricorda con la sua cupola quella di Santa Maria del Fiore a Firenze. Insomma, spiritualità da una parte e molti riferimenti sottili anche al mondo dell’esoterismo e dell’oltretomba: secondo alcuni ricercatori che si sono interessati al capolavoro lasciatoci dal Principe, una chiave di lettura dei suoi misteri potrebbe stare nella dedica a Giulia Farnese e che dice “Sol per sfogare il core”.
TRA STATUE DI PIETRA ED ESOTERISMO
Per quanto riguarda invece le meraviglie che il Parco di Mostri di Bomarzo offre ai suoi visitatori (che, va ricordato, fu abbandonato dal 1585 a seguito della morte del Principe e che solo in seguito venne restaurato) ci sono statue di mostri che citano opere immortali quali la Divina Commedia e, non casualmente, anche Le Metamorfosi di Ovidio. Per alcuni visitare il Bosco Sacro rappresenterebbe una sorta di percorso iniziatico tra mostri ed edifici al limite del surreale verso i misteri dell’aldilà ma in cui molto spazio è lasciato anche alla dimensione giocosa del sorprendere e stupire, tipica del Barocco. Infatti per i visitatori è una sorta di divertissement all’interno del gioco stesso quello di cogliere alcuni riferimenti, allusioni e significati reconditi in alcune iscrizioni che sono disseminate qui e lì in tutto il giardino. Va infine ricordato che proprio nel parco dei Mostri l’indimenticato Michelangelo Antonioni girò un documentario intitolato “La villa dei mostri” mentre la sua collega Lina Wertmuller lo usò come location per alcune scene della commedia “Sotto sotto strapazzato da anomala passione”.