Dal 3 giugno le regioni d’Italia saranno aperte: vi si potrà liberamente transitare senza restrizioni ma, come si legge sul Corriere della Sera, le persone che si sposteranno da una zona all’altra dell’Italia potranno essere tracciate. Andiamo allora a spiegare cosa viene previsto: intanto bisogna dire che il Governo non ha ancora ufficializzato la sua decisione ma potrebbe e dovrebbe lasciare libertà alle Regioni. Ovvero, saranno le autorità regionali a decidere se tracciare gli spostamenti delle persone entro i loro confini, temendo una nuova ondata di contagi da Coronavirus. L’autocertificazione non sarà più necessaria, ma ci sarà invece la registrazione. In generale, si dovrà compilare un modulo con le proprie generalità: nome e cognome, data di nascita, residenza e domicilio qualora le due voci non coincidono. La negatività al Coronavirus andrà autocertificata, specificando di non avere sintomi.



Fino a qui, le disposizioni generali: poi si va a prendere in esame il mezzo con il quale ci si sposta e le strutture nelle quali si sarà ospitati. Chi si dovesse imbarcare su aerei e navi potrebbe dover ricompilare questo modulo prima di effettuare il check in, stessa cosa al momento dell’arrivo in albergo o presso una casa in affitto. A tutti verrà comunque misurata la temperatura, con i termoscanner che ormai abbiamo imparato a conoscere: misura questa necessaria e, a chi dovesse avere febbre dai 37,5 °C a salire, potrebbe essere rifiutato l’imbarco con la segnalazione per la messa in quarantena. Che sarà eventualmente disposta anche qualora si sia venuti in contatto con persone positive: è una delle dichiarazioni che eventualmente verranno chieste al momento dell’imbarco o dell’ingresso in struttura, fino alla richiesta delle generalità di queste persone (quelle con cui si è entrate in contatto) per la verifica e l’esclusione di eventuali contagi.



Quello che le Regioni non potranno fare, per verificare se qualcuna delle persone che si spostano sul territorio sia effettivamente positiva al Coronavirus, è il test sierologico: per quello servirebbe comunque il consenso del privato cittadino perché questo tipo di test si effettua esclusivamente su base volontaria. Tuttavia, i moduli di cui si parlava in precedenza, e che andranno compilati, dovranno essere conservati da chi di dovere per 14 giorni – diciamo quelli per cui solitamente viene disposta la quarantena – di modo che sia possibile effettuare ulteriori controlli in caso di sospetto contagio da Coronavirus. La riapertura delle Regioni d’Italia è prevista per mercoledì: ora bisognerà vedere se e quando il Governo approverà questa misura di controlli e verifica degli spostamenti.

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