Alta tensione in Polonia dopo la vittoria del centrista Donald Tusk alle elezioni di ottobre. È infatti in corso uno scontro con la destra, all’opposizione, che non sta risparmiando neppure il governatore della banca centrale. La faida con il presidente della Banca nazionale polacca, Adam Glapinski, era cominciata l’anno scorso, in piena campagna elettorale: l’accusa è di aver trasformato la politica monetaria in uno strumento politico del governo, all’epoca guidato dal partito di destra Diritto e Giustizia (PiS). Inoltre, Glapinski è un amico personale del leader di tale partito, Jaroslaw Kaczynski, da cui è stato nominato governatore della banca centrale nel 2022 per un secondo mandato di sei anni, carica per la quale Tusk ha chiesto ripetutamente la rimozione.



Ora Tusk sta provando a farlo indagare, a portare Glapinski davanti ad un tribunale statale che giudici l’eleggibilità dei funzionari statali, ma la Corte costituzionale, a sua volta dominata da giudici nominati dal PiS (tra cui la presidente Julia Przylebska, che Tusk vuole rimuovere), sta impedendo al Parlamento polacco, in cui la coalizione di Tusk ha la maggioranza, di farlo. Dopo il verdetto, il primo ministro ha dichiarato in un’intervista congiunta con le tre principali emittenti polacche che «ci sono altri modi per perseguire la responsabilità legale». Poi ha precisato che non è una resa dei conti: «Non voglio dare l’impressione che si tratti di cacciare Adam Glapinski».



IL PIANO DI TASK PER RIMUOVERE IL GOVERNATORE DELLA BANCA CENTRALE POLACCA

Ma Tusk durante la campagna elettorale aveva definito Glapinski «incompetente e indecente». Inoltre, le tensioni sono aumentate ulteriormente dopo che la banca centrale polacca ha tagliato i tassi di interesse più del previsto solo un mese prima delle elezioni di ottobre, decisione che il partito di Tusk ha denunciato come politicamente motivata per aumentare le possibilità del PiS di vincere il voto e iniziare un terzo mandato. Da quando hanno vinto le elezioni in ottobre, Tusk e i suoi partner di coalizione stanno cercando di far sì che il tribunale statale polacco, che si occupa dell’eleggibilità degli alti funzionari statali, indaghi su Glapinski.



L’intervento del tribunale statale richiede un voto in parlamento, dove la coalizione di Tusk ha ora la maggioranza. Ma giovedì la Corte costituzionale ha dichiarato che sarebbe incostituzionale per i legislatori avviare un’indagine di questo tipo, che sospenderebbe Glapinski dall’incarico mentre il tribunale esamina il suo caso. Il mese scorso, la banca centrale polacca ha chiesto alla Bce di difendere il suo governatore e ha avvertito che anche la sua sospensione sarebbe stata in violazione delle regole dell’Ue.

POLONIA, SCONTRO TOTALE TRA TUSK E LA DESTRA

Il clima di crescente tensione potrebbe, tra l’altro, far deragliare i suoi piani di riforma, visto che deve lavorare al fianco del presidente Andrzej Duda, anch’egli candidato del PiS e schierato col partito per ritardare l’entrata in carica di Tusk. Ad esempio, ha usato i suoi poteri di veto per bloccare una legge di bilancio il mese scorso. La sentenza della Corte costituzionale arriva poi mentre Duda ha riaperto una disputa costituzionale con Tusk su due legislatori del PiS condannati, arrestati all’inizio della settimana nonostante avessero ricevuto la grazia presidenziale. Giovedì Duda ha dichiarato che avrebbe concesso ai due parlamentari una nuova grazia per farli uscire di prigione.

A tal proposito, Tusk ha fatto sapere che non può impedire a Duda di usare i suoi poteri, ma che la faida sui parlamentari ha creato «un’esperienza difficile per tutti noi». Peraltro, Tusk ha parlato poche ore dopo che il suo ministro della Giustizia aveva presentato una riforma giudiziaria dell’organo che nomina i giudici, che avrà bisogno dell’approvazione di Duda per entrare in vigore. «Per otto anni il PiS ha devastato l’indipendenza dei tribunali e della procura, rovinando lo stato di diritto in Polonia, con la partecipazione del presidente. Credo che questo sia il momento in cui tutti noi dovremmo ritirarci da posizioni dure per ripristinare lo Stato di diritto», ha affermato Tusk.