Una fiaba per adulti, atroce e delicata come può essere solo una storia per grandi, dedicata a tutti coloro che non capiscono cos’è una guerra. Tutta la luce che non vediamo, la miniserie prodotta da Netflix e tratta dall’omonimo libro di Anthony Doerr, ha in pochi giorni conquistato il pubblico della piattaforma di tutto il mondo, Italia compresa. Quattro puntate da vedere tutte di un fiato. Intense, toccanti, sulle note di una musica struggente composta dal grande maestro del cinema James Newton Howard, nove volte candidato agli Oscar per le sue colonne sonore.



Sono gli ultimi giorni della Seconda guerra mondiale in Francia. Gli alleati sono sbarcati in Normandia e stanno liberando il nord del Paese. I tedeschi asserragliati a difesa del porto nella città strategica di Saint-Malo non si arrendono, e gli alleati riescono a piegarne la resistenza solo grazie alle trasmissioni radio di una ragazza, che in codice detta le coordinate degli obiettivi da colpire.



Ma chi è questa ragazza? Il suo nome è Marie-Laure ed è cieca dalla nascita. Cresciuta amorevolmente da suo padre, il direttore di uno dei musei più importanti di Parigi, Daniel LeBlanc, arriva a Saint-Malo dopo che i tedeschi entrano a Parigi e il padre decide di lasciare il museo portando con se le gemme più preziose a lui affidate. Nella storica cittadina a cavallo tra la Bretagna e la Normandia (ricostruita meravigliosamente, in ogni piccolo dettaglio) vivono dei lontani parenti. Quando Daniel e Marie-Laure arrivano da loro scoprono che la tranquilla famiglia che li ospita altro non è che una cellula della resistenza.



Non solo, Marie-Laure scopre anche che lo zio Etienne è il “Professore”, la “voce radiofonica” che lei ascolta da piccola e che ha segnato tutta la sua formazione. Così ben presto Marie diventa l’assistente principale  di Etienne, fino a sostituirlo nelle trasmissioni radiofoniche clandestine che trasmettono dalla soffitta della vecchia casa, in cui deve limitarsi a recitare pagine di libri per ragazzi.

I tedeschi sono però sulle tracce dei gioielli nascosti dal padre, che hanno un valore inestimabile, e sanno della ragazza cieca. Marie-Laure dovrà quindi difendersi e lo farà grazie alla sua capacità di “vedere” quello che gli altri non vedono, ma anche con l’aiuto di un giovane radiofonista tedesco che ascolta di nascosto le sue trasmissioni proibite e si è perdutamente innamorato della sua voce.

Cast di eccezione, con Mark Ruffalo (I ragazzi stanno bene, Foxcatcher, Il caso Spotlight) nella parte del padre Daniel, e con Hugh Laurie (il protagonista della serie Dr. House) nei panni dello zio Etienne. Ma la palma di migliore attrice senza alcun dubbio è per la giovane Aria Mia Loberti, rivelazione assoluta.

Loberti interpreta il ruolo principale di Marie-Laure Leblanc,  ed è anche lei cieca a causa di una grave forma di acromatopsia. Ha ottenuto la parte dopo una ricerca globale svolta tra centinaia di aspiranti per trovare un’attrice cieca o ipovedente. La Loberti – che ha tre lauree e diversi titoli accademici – è una fan del libro, si iscrive al casting dopo aver appreso per caso della ricerca da un collega insegnante. Nonostante non avesse alcuna formazione per la recitazione ottiene la parte alla sua prima audizione. Il regista Shawn Levy ha dichiarato: “Non sapevo in cosa avesse recitato, non sapevo quale fosse la sua formazione, tutto quello che sapevo è che c’era una combinazione di intelligenza, che era estremamente evidente, e una qualità luminosa nella telecamera”.

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