La storia vera di Tutto per mio figlio, il film ispirato alle drammatiche vicende di Federico del Prete
Appassionate, quanto drammatica la stria vera che c’è dietro al film Tutto per mio Figlio, con Giuseppe Zeno protagonista, una vicenda ispirata alle vicende personali di Federico del Prete. Nella pellicola anche la storia vera è ambientata in Campania, tra gli anni novanta e duemila, quando la criminalità organizzata tentava di consolidare le sue radici sul territorio. Acampora è un modesto allevatore di conigli, attività piccola che lui ha ereditato dalla famiglia e che con caparbietà vuole portare avanti, anche per onorare la memoria del padre. Acampora è sposato con anna e ha quattro figli. Come dicevamo la sua è una attività difficile e impegnativa: Raffaele ogni giorno si reca al mercato comunale per vendere le sue bestie. Però la sua zona tra Napoli e Caserta è “occupata” dalla Camorra che vessa tutti i piccoli imprenditori, li minaccia costringendoli a versare il pizzo. Molti di loro non hanno il coraggio di ribellarsi, temono per l’incolumità loro e dei famigliari.
In questo clima di terrore e sopruso la Camorra sembra avere la meglio e attira a sé moltissimi ragazzi che vedono in questa associazione la possibilità di svoltare e di riscattarsi dalla condizione di miseria in cui molti di loro si trovano. La beffa vuole che tra questi giovani irretiti della camorra c’è pure Peppino, il figlio di Raffaele Acampora: il ragazzo smette di andare a scuola, ha ben presente la difficoltà del padre a portare avanti la famiglia e pensa così di poter raggiungere guadagni più facili. Raffaele scopre la cosa e decide di coinvolgere il figlio Peppino nel suo lavoro. Lo porta con sé al mercato, lo fa lavorare con lui. Vuole dimostrargli che nella vita si può fare fatica, non navigare dell’oro ma rimanere in piedi e vivere con dignità, mantenendo la schiena dritta. Da buon padre Raffaele Acampora ritiene che non ci sia scuola migliore di quella della testimonianza personale dei valori. E’ tanto vero questo per lui che quando i malavitosi arrivano anche da lui per chiedere il pizzo lui si oppone, li caccia per far vedere al figlio che davanti al male e alla cattiveria ci si può non piegare.
La storia vera di Tutto per mio figlio: ecco come Raffaele combatte la Camorra
Ma Raffaele Acampora non si ferma solo ad una dimostrazione personale contro la Camorra. Vuole davvero cambiare la sua vita e quella di tanti altri bravi uomini, “colleghi”, che ogni giorno con lui tentano di portare avanti la loro attività. E così a fatica e incontrando un pò di resistenza Raffaele riesce a mettere insieme altri allevatori che si riuniscono formando un vero e proprio sindacato: questa associazione inizia a opporsi pesantemente alle richieste dei camorristi, la gente incomincia a non pagare il racket. Il sindacato decide di non fare una battaglia solitaria ma di collaborare con i magistrati e le forze dell’ordine per fare arrestare i malavitosi.
Come nella storia vera, anche il protagonista del film Tutto per mio Figlio, Raffaele Acampora è stato vittima di racket, costretto al pizzo e a subire incessanti “pressioni” da parte dei camorristi. Ma ha avuto la forza di non spezzrsi e di ribellarsi, regalando a molti una speranza. Purtroppo per lui, come il personaggio a cui è ispirato, il finale non regalerà sorprese. Raffaele Acampora finirà per pagare con la sua stessa vita la coraggiosa scelta di combattere la mafia, di contrastare la camorra per regalare a suo figlio e alla sua famiglia un futuro migliore.