Twitter nasconde i tweet sull’Ucraina e l’Unione europea non riesce a far nulla per cambiare la situazione. A darne notizia è il quotidiano austriaco Die Presse, secondo cui da quando Elon Musk ha acquistato il social network, tra gli utenti ucraini e quelli che twittano parlando dell’Ucraina circola una voce: i tweet vengono soppressi automaticamente e nascosti al grande pubblico. Anche se i messaggi sull’Ucraina sono visibili a chi li scrive, sono però classificati negativamente dall’algoritmo di Twitter, in particolare dal software che decide quali argomenti vengono pubblicati e in quale misura. Quella che sembrava una congettura ha trovato una conferma la scorsa settimana, quando il proprietario di Twitter ha rivelato gran parte delle regole sull’algoritmo per la gestione dei temi e delle parole chiave.



Quindi, è emerso che se in un tweet c’è la parola Ucraina, questa scompare con la stessa velocità con cui spariscono tweet classificati come “disinformazione” o “hate speech”. «In questo modo Twitter sopprime deliberatamente le notizie sull’Ucraina. Questo limita sia la capacità degli ucraini di informare il mondo sulla guerra di aggressione russa al loro Paese, sia quella degli utenti stranieri di informarsi», riporta Die Presse. L’accusa del quotidiano austriaco è chiara: questa manipolazione della percezione pubblica da parte di Twitter è consentita dalle norme di prossima emanazione da parte dell’Unione europea? Il riferimento è alla legge sui servizi digitali.



TWEET SULL’UCRAINA CENSURATI: UE “IMPOTENTE”

La legge sui servizi digitali sottopone le piattaforme Internet di grandi dimensioni a nuovi obblighi di trasparenza. In particolare, è rivolta a quelle aziende che hanno almeno 45 milioni di utenti al mese nell’Ue. Twitter fa parte di queste maxi piattaforme e, stando a quanto riportato da Die Presse, la soppressione dei tweet sull’Ucraina da parte del social network di cui Elon Musk è proprietario rientrerà in questa legge, che però concretamente non cambierà la situazione. Infatti, la Commissione europea, sollecitata sulla questione dal giornale austriaco, ha spiegato che ci sarà l’obbligo delle piattaforme di rendere trasparenti i loro sistemi di raccomandazione e se si tratta di algoritmi. Sostanzialmente questo vuol dire che Twitter sarà tenuta a spiegare a partire da settembre perché un argomento viene deliberatamente nascosto sotto il tappeto digitale. La vicenda è delicata, ma per il Servizio per l’azione esterna dell’Ue che fa capo all’Alto rappresentante dell’Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, non c’è alcun problema, anche dal punto di vista della disinformazione. «Fortunatamente, Twitter non è l’unica fonte di informazione», ha dichiarato a Die Presse il portavoce Peter Stano, responsabile delle questioni di politica estera.

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