Twitter potrebbe diventare a pagamento? A farlo chiaramente capire è stato Elon Musk, quello che a breve diventerà ufficialmente il proprietario di uno dei social più importanti al mondo, dopo che la sua offerta da 44 miliardi di dollari è stata accolta dal board. A sganciare la “bombetta” è stato lo stesso numero uno di Tesla, che attraverso un cinguettio, divenuto immancabilmente virale, ha spiegato: «sarà sempre gratuita per gli utenti occasionali», ma potrebbe esserci «un leggero costo per gli utenti commerciali e governativi».



Difficile capire cosa intenda con certezza il buon Elon Musk con tali parole, ma il Corriere della Sera ha provato ad interpretare i pensieri del geniale imprenditore di origini sudafricane, pensando ad una fee rivolta solo ed esclusivamente a coloro che utilizzano Twitter per guadagnare e fare soldi, ma non solo. In poche parole, per tutti i comuni mortali Twitter resterà sempre gratuito, mentre per chi sfrutta il social in maniera commerciale o professionale, a cominciare appunto utenti governativi, potrebbe essere previsto una sorta di “account business” appunto a pagamento.



TWITTER A PAGAMENTO? IL CINGUETTIO DI ELON MUSK E I MOLTI DILEMMI…

Il quotidiano di via Solferino si porge comunque una domanda da non sottovalutare: “Quando Twitter ha deciso di bloccare l’allora presidente in carica Donald Trump (che non usava quasi mai @Potus ma il proprio account personale @RealDonaldTrump) in occasione delle violenze a Capitol Hill lo ha potuto fare proprio perché non c’era la vendita di un servizio. Ma come potrebbe comportarsi Twitter, nella stessa situazione, se un account è stato pagato con una fee? Come dovrebbe essere considerato @RealDonaldTrump se Donald Trump in quel momento è il presidente? Un account non professionale?”.



Questioni a cui è molto complicato trovare una risposta e solo (forse) a breve scopriremo quali saranno i piani racchiusi nella mente geniale e sapiente del visionario Elon Musk. Vi lasciamo con le parole di Jack Dorsey, uno dei fondatori di Twitter, che dieci anni fa, era il 2012, spiegò: «Il nostro obiettivo è quello di consegnare alle persone contenuti che siano rilevanti, istantaneamente. Sembra semplice, ma in realtà è estremamente complicato da tirar fuori in tempo reale. Vogliamo portare tutti più vicini a ciò che sta accadendo nel mondo».