Nelle ore in cui monta il dibattito sulla portata del “ban” di Twitter nei confronti dell’account di Donald Trump, sulle implicazioni per la libertà di parola e sul ruolo che svolgono i social nella società odierna si inserisce un fatto quanto meno curioso. A subire la censura per mano del sito di Jack Dorsey è stato infatti nelle ultime ore uno dei nemici atavici dell’America, l’ayatollah iraniano Ali Khamenei. La Guida Suprema della Repubblica Islamica, come riportato da Il Post, in un cinguettio aveva messo in dubbio l’affidabilità dei vaccini sviluppati in Francia, Stati Uniti e Regno Unito, suggerendo così di essere d’accordo con le molte teorie complottiste che ruotano attorno ai vaccini contro il coronavirus. Parole giudicate inappropriate da parte di Twitter, che ha provveduto a rimuovere il tweet.
TWITTER TRATTA L’AYATOLLAH ALI KHAMENEI COME TRUMP
Il cinguettio della massima carica religiosa e politica in Iran è rimasto comunque disponibile in lingua farsi. Nei giorni scorsi, in una chiara mossa dai risvolti geopolitici, Ali Khamenei aveva annunciato il blocco delle importazioni di vaccini statunitensi e britannici, dichiarando però di non voler impedire che vaccini sviluppati altrove arrivassero nel Paese. Un divieto limitato dunque a quell’America che il suo predecessore nel ruolo di ayatollah, Khomeini, ribattezzò in maniera tagliente “Grande Satana”, e al suo principale alleato, la Gran Bretagna, soprattutto quando si è trattato di mettere i “boots on the ground”, gli stivali sul terreno militare. Chissà cosa ne penserà Trump. O lo stesso Ali Khamenei: visti i rapporti tra i due – inesistenti – c’è da giurare che entrambi possano essere risentiti per questa decisione.