Prima uccide il compagno della ex, poi tenta di ammazzare lei e alla fine si suicida. Una scia di sangue che va dalla provincia di Varese alla Svizzera. Stando ad una prima ricostruzione di quanto accaduto, attorno alle ore 18:30 a Cantello, a cavallo tra la Lombardia e il Canton Ticino, è stato trovato il cadavere di un uomo. Era in una strada in mezzo ai boschi. I carabinieri del reparto investigativo di Varese sono arrivati sul posto con i soccorsi sanitari, giunti con automatica e ambulanza. Per l’uomo però non c’era più nulla da fare.
È stato trovato a terra vicino alla sua auto, ferito mortalmente al collo e in punti vitali da almeno due colpi di pistola. La strada in cui si è verificato l’omicidio dell’uomo classe 1973 è stata subito interrotta, mentre le vie d’accesso al luogo del delitto sono state bloccate. La seconda sparatoria è avvenuta poco dopo a Stabio, in località Terme. L’assassino lì ha trovato l’ex compagna e le ha sparato, poi ha usato la stessa arma per suicidarsi. La donna però è sopravvissuta, sebbene versi ora in gravissime condizioni.
DELITTO PASSIONALE TRA LOMBARDIA E CANTON TICINO
La donna è stata soccorsa dai sanitari svizzeri, mentre la polizia cantonale cinturava la zona. «Stando a una prima valutazione medica ha riportato gravi ferite tali da metterne in pericolo la vita». Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, tutte le persone coinvolte in questa tragedia sono cittadini italiani residenti in Canton Ticino per motivi di lavoro. Si tratta, dunque, di un delitto passionale. L’assassino era geloso della nuova relazione dell’ex compagna. Quindi, ha raggiunto in Italia l’attuale partner e lo ha ucciso lasciando il cadavere a bordo strada all’imbocco della Valsorda, a poche centinaia di metri dal confine con Varese. Successivamente ha varcato il confine fino a raggiungere le terme di Stabio dove ha sparato alla ex compagna ferendola gravemente e poi, rivolgendo verso di sé l’arma, uccidendosi. È stata aperta un’inchiesta per fare ulteriore chiarezza sul fatto di sangue: a coordinarla la procuratrice Valentina Tuoni con le autorità italiane. «Eventuali testimoni sono pregati di contattare la Polizia cantonale allo 0848 25 55 55».