Sta facendo non poco discutere la sentenza choc in Francia che ha assolto il giovane islamico per l’omicidio di una donna ebrea di 67 anni. I fatti risalgono alla notte tra il 3 ed il 4 aprile del 2017 quando – come riferisce Il Messaggero – Kobili Traoré scavalcò il balcone dell’abitazione della vicina Sarah Halimi, donna di 67 anni, svegliandola al grido di “Allah Akbar”. Il 27enne la massacrò di botte mentre recitava i versi del Corano per poi ucciderla buttandola dal balcone, al terzo piano di un palazzo di Belleville. Ai poliziotti giunti sul posto si giustificò spiegando: “Ho ammazzato lo sheitan, il diavolo”. A distanza di quasi tre anni i giudici si sono espressi sul caso stabilendo che sì, fu omicidio, riconoscendo anche l’aggravante antisemita ma il giovane musulmano originario del Mali non sarà processato. Il motivo è presto detto e destinato a sollevare le proteste di gran parte della Francia: “Non era in grado di intendere e volere, ha agito in preda a un eccesso di delirio dopo aver consumato cannabis”. Una decisione, quella presa dalla Corte di Appello di Parigi lo scorso 19 dicembre, giunta dopo ben 7 perizie psichiatriche e che ha scatenato la rabbia dell’intera comunità ebraica con tanto di protesta da parte del Rabbino capo Haim Korsia che in una lettera alla ministra della Giustizia Nicole Belloubet ha criticato la decisione che a suo dire equivale “a una licenza di uccidere gli ebrei”.



UCCIDE EBREA GETTANDOLA DAL BALCONE: ASSOLTO “INCAPACE DI INTENDERE”

Sono numerose le proteste messe in atto negli ultimi giorni, tra Parigi e Marsiglia, in riferimento al caso del musulmano assolto dopo aver ucciso un’ebrea solo perché incapace di intendere. Tra coloro che hanno preso parte alle manifestazioni per chiedere giustizia c’era anche lo scrittore Marek Halter. Il caso ha scatenato la reazione forte del Paese in cui nell’ultimo periodo sono in aumento gli atti antisemiti. Solo nel 2018 sono aumentati del 74% e probabilmente ancora di più lo scorso anno sebbene non ci siano ancora i dati definitivi. All’interno della Francia nell’ultimo periodo si è verificata una sorta di migrazione interna verso quartieri più vivibili. A contestare la decisione della Corte è stato anche il fratello della vittima, William, il quale ha denunciato “incoerenze e disfunzionamenti” nell’inchiesta, definendo la sorella vittima di un crimine religioso antisemita. Tuttavia due avvocati parigini ebrei, Emmanuel Tordjman et Maud Touitou, hanno deciso di scrivere una lettera al rabbino capo per invitare a non avere paura dei giudici sottolineando come in questo caso, le varie perizie eseguite hanno portato a dichiarare il giovane “penalmente irresponsabile”. Traoré è attualmente ricoverato nel reparto psichiatrico dell’ospedale Villejuif in quanto il suo stato non è stato definito compatibile con il carcere.

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