USA, 14enne uccide la sorella per colpa di un videogioco
Ennesimo dramma negli Stati Uniti, dove una 14enne ha ucciso la sorella malata e ha poi chiamato la polizia per raccontare l’accaduto. La giovane, Claire Miller, ha accoltellato a morte la sorella di 19 anni, affetta da paralisi cerebrale, colpendola al collo con l’arma. La ragazzina, subito dopo ha chiamato la polizia spiegando quello che era accaduto con estrema calma.
Durante l’interrogatorio, per metterla a suo agio e portarla a raccontare ogni dettaglio gli agenti si sono presi cura di lei, offrendole anche del cibo acquistato da McDonald’s, come spiega Leggo. La ragazzina, non appena ha visto il cibo, avrebbe esclamato: “Oooh, McDonald’s, avrei ucciso qualcuno prima se avessi saputo che avrei mangiato McDonald’s”. Dalla testimonianza della giovane, sembrerebbe che questa abbia agito per simulare un videogioco horror di nome “Halloween” e che a spingerla a compiere il terribile gesto sarebbero state delle voci.
Uccide la sorella: “Volevo fare come nel videogioco”
La giovane, che si trovava a casa assieme alla sorella, in Pennsylvania, avrebbe ammazzato la 19enne affetta da paralisi cerebrale per colpa di un videogioco. Claire Miller ha spiegato che voleva inscenare il videogioco horror “Halloween” e per questo sarebbe entrata in camera della sorella, colpendola al collo con un coltello. Dopo il delitto, la ragazzina ha tranquillamente chiamato la polizia. Giunti sul posto, gli agenti hanno trovato l’adolescente mentre si lavava le mani dal sangue, spiegando come aveva ucciso la sorella.
A nulla sono serviti i tentativi dei soccorsi di rianimare la 19enne, che si trovava su una sedia a rotelle a causa di una paralisi cerebrale. L’adolescente e autrice del delitto ha poi spiegato agli agenti di aver sentito delle voci prima di colpire a morte la sorella: tali voci l’avrebbero spinta a uccidere la giovane. Inoltre, come spiega Leggo, nel corso del processo è emerso che la 14enne potrebbe avere dei disturbi psichici. La difesa ora spera che possa essere riabilitata durante la condanna.