In un contesto economico che preoccupa per il calo di ordini e, quindi, della produzione, vanno in controtendenza i dati che riguardano il settore delle macchine utensili. Nel terzo trimestre di quest’anno la crescita sfiora una percentuale dell’8%, riguardando comunque anche gli ordini esteri. Non a caso il presidente dell’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot, automazione e prodotti a questi ausiliari (UCIMU) ha espresso soddisfazione per la notizia, “da accogliere con favore“, se si tiene soprattutto conto del fatto che si tratta di un “ritorno al segno positivo dell’indice degli ordini dopo sei rilevazioni consecutive di calo“.
Secondo Riccardo Rosa bisogna accogliere positivamente questi dati, perché così si “interrompe un trend che accompagnava il settore da troppo tempo“, ma comunque il numero uno di UCIMU resta prudente per quanto riguarda le valutazioni, infatti avverte: “Nonostante ciò, la situazione resta complicata“.
I DATI SUGLI ORDINI MACCHINE UTENSILI
L’indice degli ordini di macchine utensili che viene messo a punto dal Centro Studi & Cultura di Impresa di “Ucimu – Sistemi per produrre” evidenzia come l’incremento sia del 7,9 per cento rispetto al luglio-settembre dell’anno scorso. Per quanto riguarda invece il valore assoluto, l’indice è di 52,7 (base 100 tre anni fa). In merito agli ordini raccolti all’estero, la crescita è del 10,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, invece il valore assoluto di tale indice è 94,4. Più basso ma comunque positivo l’incremento per quanto concerne gli ordini interni, infatti si è attestato al 4,3% rispetto al terzo trimestre dell’anno scorso, con un valore assoluto di 13,7.
L’ANALISI DI RICCARDO ROSA
Sono almeno due i motivi per i quali la situazione resta complessa secondo Riccardo Rosa, che evidenzia come il segno positivo sia il risultato del confronto con uno dei trimestri in cui la raccolta degli ordini è stata molto debole, la più debole di sempre, cioè il periodo luglio-settembre dell’anno scorso, che in termini assoluti è di poco superiore a quello del medesimo trimestre del 2020, che fu caratterizzato dalla pandemia.
Quindi, per il presidente di UCIMU “ci muoviamo su un livello ancora decisamente basso“. L’altro motivo per il quale il contesto è difficile è legato alla “netta spaccatura tra l’andamento del comparto delle macchine lavoranti con tecnologie per la deformazione e lavorazione della lamiera e quello delle macchine per l’asportazione di truciolo“.
Il settore che UCIMU rappresenta si sta muovendo a due velocità secondo Riccardo Rosa: ci sono aziende, come quelle della deformazione, in grado di lavorare su vari mercati, quindi riescono a intercettare la domanda anche di settori molto diversi tra loro, ma ve ne sono altre, come quelle dell’asportazione, che hanno a che fare con problematiche complesse. Per queste ultime, la ragione delle grande difficoltà, spiega Rosa, è “la forte competizione estera, asiatica prima di tutto, e poi la grande incognita dell’automotive che ha paralizzato gli investimenti in nuove tecnologie di produzione“, come si evince anche dalla crisi dell’economia tedesca.
LE RICHIESTE AL GOVERNO PER RILANCIARE LA FILIERA
Alla luce di tutto ciò, per il presidente di UCIMU è importante che le autorità governative sollecitino a livello internazionale, soprattutto in Europa, la necessità di promuovere politiche che sostengano la transizione industriale nell’automotive, un settore che è stato un traino dello sviluppo economico e sociale europeo. Il suggerimento di Rosa è di puntare su “strumenti che possano accompagnare la riorganizzazione della manifattura europea” per garantire attività e lavoro, così come salvaguardia dell’ambiente.
Riccardo Rosa ha citato Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, per quanto riguarda l’auto elettrica, suggerendo di allargare il range di tecnologie per rendere davvero sostenibile il nuovo modello di mobilità. Il presidente di UCIMU è convinto che in questo modo si potrebbe rilanciare la filiera. Il suo auspicio è che i politici italiani in Europa affrontino anche questa questione, ma al ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso viene ribadita l’esigenza urgente di una semplificazione della misura di Transizione 5.0, “sostenendo i nuovi investimenti in tecnologie in grado di assicurare risparmio energetico“.
Rosa ha concluso ricordando che gli imprenditori vogliono un confronto col governo, in cui vengano coinvolti i rappresentanti di settore, per discutere delle misure di politica industriale per spingere la manifattura italiana dall’anno prossimo. “Dobbiamo attivarci fin d’ora se vogliamo sostenere, anche nel prossimo futuro, il processo di sviluppo e incremento della competitività della nostra industria“, ha concluso il numero uno di UCIMU.