Continua il grande esodo dei ministri e degli esponenti del governo dell’Ucraina che nella sola giornata di oggi – martedì 3 settembre 2024 – ha perso ben quattro esponenti che fino a qualche mese fa godevano della piena fiducia dell’intero esecutivo, del popolo e – soprattutto – del presidente Volodymyr Zelensky: quattro nomi di spicco sia nella conduzione della guerra contro la Russia (specialmente in un momento in cui Kiev è impegnata sia sul fronte interno, che su quello russo nella regione di Kursk), sia nei tentativi ucraini di accedere all’Unione Europea e a tutti gli altri organi internazionali occidentali.



Tornando al punto di partenza, sono in totale quattro i ministri che oggi hanno abbandonato l’esecutivo dell’Ucraina e se in un singolo caso – ci arriveremo dopo – si è trattato di un licenziamento deciso dalle cosiddette ‘sfere alte’; negli altri tre si parla di dimissioni personalmente decise ed annunciate (come già fatto da molti altri colleghi nei mesi scorsi) con una semplice lettera invita agli uffici presidenziali.



Soffermandoci sui tre che hanno deciso autonomamente di allontanarsi dalle loro cariche governative, secondo quanto riferisce il quotidiano RBC Ukraine si tratterebbe del ministro responsabile alla supervisione della produzione di armi in Ucraina Oleksandr Kamyshin – peraltro tre i fidati consiglieri di Zelensky -, di Denys Maliuska che ricopriva il ruolo di ministro della Giustizia e del collega al dicastero ambientale Ruslan Strilets: in nessuno dei tre casi (almeno allo stato attuale) è chiara la ragione del licenziamento.

Ucraina: l’ufficio di Zelensky annuncia la sostituzione di più del 50% degli attuali ministri

Sempre oggi – come dicevamo già prima – in Ucraina si è liberato anche l’ufficio e lo scranno del vice dell’ufficio anticorruzione occupato (almeno fino allo scorso maggio) da Gizo Uglava: in questo caso non si tratterebbe di un fulmine a ciel sereno perché – appunto – il suo allentamento era iniziato già a maggio con una sospensione dovuta ad un’indagine interna partita dal resoconto di alcuni informatori che avrebbero raccontato di (per ora presunte) pressioni subite dall’ufficio di Uglava; mentre quello di oggi sarebbe solo l’ultimo passo di quel processo già avviato nei mesi scorsi.



Infine – ma anche in questo caso è ancora necessario attendere per capirne i reali retroscena -, sempre oggi anche Vitalii Koval (presidente del Fondo demaniale dell’Ucraina) ha consegnato una lettera di dimissioni; il tutto – riferisce sempre il sito RBC Ukraine – nel frattempo che su Telegram il portavoce di Zelensky David Arakhamia ha annunciato che nei prossimi giorni verrà sostituito più del 50% del personale governativo con un “elenco definitivo [che] sarà determinato nella riunione” attesa per la giornata di domani.