L’Ucraina lo rivendica come un nuovo record, ma l’attacco con drone sferrato contro la Russia che ha distrutto la stazione radar Voronezh M, nella città di Orsk, nella regione russa di Orenburg, rappresenta un ulteriore rischio di escalation della guerra, soprattutto alla luce di quanto sta accadendo negli ultimi giorni. Il drone in questione ha percorso 1.800 chilometri, una distanza che per l’intelligence militare di Kiev rappresenta un primato tenendo conto del tipo di arma usato. Basti pensare che tra Mosca e il confine ucraino ci sono in linea d’aria 841 chilometri, mentre sono 755 quelli che separano Kiev dalla capitale della Russia. Una performance “muscolare” che per alcuni analisti è un segnale d’allarme in chiave rischio nucleare, non solo perché il radar Voronezh-M è di importanza strategica per la Russia, ma anche in virtù di quanto accaduto il 23 maggio, quando è stato preso di mira Voronezh-DM, vicino ad Armavir, nella regione di Krasnodar, causando anche un incendio nella struttura e compromettendo temporaneamente la capacità russa di individuare minacce nucleari in arrivo. Il sistema è in grado di rilevare missili da crociera e balistici in arrivo a una distanza di 6.000 km e può tracciare fino a 500 obiettivi.



L’attacco alla stazione radar russa in grado di tracciare missili nucleari sta suscitando allarme in Occidente. Sono già due in una settimana, dunque, gli attacchi a un’infrastruttura chiave per la Russia. Questi attacchi rendono vulnerabile la rete di radar che il Cremlino usa per individuare i missili strategici lanciati verso il proprio Paese. La dottrina russa interpreta attacchi di questo tipo come strategici, perché hanno lo scopo di rendere inoffensivo il deterrente nucleare. Dunque, il sospetto che sta serpeggiando in queste ore è che l’Ucraina possa aver agito per ordine di altri, visto che non dispone di armi nucleari né di vettori adeguati al loro uso. Gli esperti segnalano che la guerra nucleare può scoppiare proprio quando si prova a colpire il sistema di allarme precoce del proprio nemico.



ALLARME DEGLI ANALISTI OCCIDENTALI: “UCRAINA HA SBAGLIATO”

Per alcuni analisti occidentali l’Ucraina dovrebbe evitare di colpire le infrastrutture nucleari russe. «Non è una decisione saggia da parte dell’Ucraina», ha dichiarato Hans Kristensen, esperto di arsenale nucleare presso la Federation of American Scientists, al Telegraph. Thord Are Iversen, analista militare norvegese, questo attacco non è «un’idea particolarmente buona… soprattutto in tempi di tensione. È nell’interesse di tutti che il sistema di allarme balistico russo funzioni bene». Colpire le strutture militari nucleari della Russia è ritenuto un atto particolarmente provocatorio e non sembra casuale che l’attacco sia avvenuto poco dopo che Mosca abbia iniziato le esercitazioni di missili nucleari tattici nel suo distretto militare meridionale.



Per Fabian Hoffmann, dottorando di ricerca in tecnologia missilistica presso l’Università di Oslo, l’Ucraina e gli alleati della NATO devono comunque essere cauti, perché alcuni funzionari Usa e alcuni alleati europei dell’Ucraina potrebbero giudicare questi attacchi come un’azione avventata. «Ho qualche dubbio su quanto questa decisione sia stata saggia dal punto di vista politico, in quanto potrebbe avere ripercussioni negative per l’Ucraina in futuro in termini di restrizioni sugli obiettivi», ha dichiarato.

“LA RISPOSTA DELLA RUSSIA PUÒ ESSERE NUCLEARE”

Questi due attacchi non solo evidenziano la vulnerabilità nella rete difensiva aerea della Russia, ma può avere conseguenze negative di diversa portata, perché aumenta ulteriormente la tensione. Non a caso Dmitry Rogozin, senatore della regione di Zaporozhye ed ex capo di Roscosmos, saranno gli Stati Uniti a dover rispondere di quanto accaduto, rimarcando che ora la Russia ha un motivo concreto e formale per una risposta nucleare, visto che le sue forze nucleari strategiche sono state attaccate. «Gli Stati Uniti sono così profondamente coinvolti nel conflitto che probabilmente sapevano dei piani di Kiev», ha dichiarato il senatore Rogozin, secondo cui è a rischio tutto il sistema di sicurezza nucleare globale.

Ora viene riscontrato un nuovo approccio. Nella dichiarazione rilasciata sabato su Telegram, il senatore – che ora è a capo di un centro tecnico militare – ha lanciato, infatti, un messaggio al presidente Usa Joe Biden: «Hanno commesso un crimine assumendo un bandito irresponsabile», riferendosi verosimilmente al presidente ucraino Volodymy Zelensky.