L’Ucraina chiede alla direzione delle principali banche americane ed europee di interrompere la cooperazione con le società impegnate nella fornitura di petrolio russo. Lo rivela il quotidiano Financial Times, spiegando che Oleg Ustenko, consigliere economico del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha inviato lettere con questa richiesta alla banca americana JP Morgan Chase, a Citigroup, alla britannica HSBC e alla francese Credit Agricole. In queste lettere il governo ucraino scrive che le banche, concedendo prestiti alle compagnie che forniscono petrolio russo, sostanzialmente «proseguono la guerra».



Oleg Ustenko ha anche minacciato che a tali banche sarebbe proibito di partecipare alla ricostruzione postbellica dell’Ucraina. Inoltre, ha assicurato che il ministero della Giustizia ucraino intende far causa alle banche presso la Corte penale internazionale al termine della guerra scatenata dalla Russia. «Secondo me stanno commettendo crimini di guerra perché stanno aiutando il regime di Putin e stanno sostenendo il regime», ha aggiunto.



UCRAINA, LE ACCUSE ALLE BANCHE USA E UE

La Corte penale internazionale in realtà non può indagare o perseguire governi o società, tuttavia può indagare e perseguire persone che fanno parte di tali organizzazioni. I rami di gestione patrimoniale di HSBC e Credit Agricole detengono azioni di Gazprom e Rosneft, società petrolifere e del gas statali russe. Inoltre, Citigroup fornisce linee di credito al gigante russo del petrolio e del gas Lukoil e a Vitol, che commercia petrolio russo. JP Morgan estende le linee di credito a Vitol, mentre il suo fondo di investimento Russian Securities detiene partecipazioni in Gazprom, Sberbank e Rosneft, descritte nelle lettere, che sono state visionate dal Financial Times e inviate dal governo ucraino questa settimana, come alcune delle attività economiche più importanti del Cremlino. Il governo ucraino si è scagliato soprattutto contro JP Morgan, secondo cui il tetto al prezzo del petrolio russo potrebbe far salire i prezzi globali. Oleg Ustenko ha accusato di fare «allarmismo» con una «analisi di scarsa qualità» e di trattare la situazione in Ucraina come una «crisi» anziché parlare dell’invasione della Russia.



“GESTIRE SANZIONI IMPRESA ENORME…”

JP Morgan in un comunicato ha rivendicato di aver svolto un ruolo attivo nell’attuazione delle sanzioni occidentali. «Gestire queste sanzioni in evoluzione è stato un’impresa enorme per tutte le istituzioni finanziarie globali, che hanno attuato rapidamente e diligentemente sanzioni multilaterali contro le principali banche russe, la sua banca centrale, le società e gli individui». Citigroup e Credit Agricole non hanno replicato direttamente a Oleg Ustenko, ma hanno ribadito, come riportato dal Financial Times, le loro precedenti dichiarazioni sulla sospensione e l’analisi delle attività in Russia. Invece HSBC si è rifiutata di commentare. I banchieri comunque hanno fatto notare come sia stato impossibile cedere alcune delle loro partecipazioni russe a causa delle sanzioni o della sospensione dalla negoziazione di alcune azioni. Vitol, ad esempio, ha detto di aver tagliato il suo business petrolifero russo dell’80% dall’invasione e che i volumi rimanenti sono tutti conformi alle sanzioni occidentali, progettate per mantenere il flusso di petrolio russo.