Sotto il cielo d’Ucraina squarciato dalle bombe e dai missili nemici, riecheggiano le note di “Bella Ciao”. Il brano, emblema della resistenza, è stato rivisitato e interpretato sui social media dalla cantante folk Khrystyna Soloviy, la quale ha spiegato di aver voluto in questo modo rivolgere un omaggio e il proprio pensiero “a tutte le forze armate, ai nostri eroi e a tutti coloro che in questo momento combattono per la propria terra”.



Il titolo, ovviamente, è stato modificato (“L’ira ucraina”), al pari delle strofe, che descrivono nel dettaglio il delicato scenario bellico attualmente presente nell’Est Europa a seguito dell’offensiva russa, i cui esordi risalgono a giovedì 24 febbraio: “Una mattina, all’alba/La terra tremò e il nostro sangue cominciò a bollire/I razzi dal cielo, le colonne dei carri armati/E il vecchio Dnipro urlò”. Queste sono le parole scandite con forza dalla giovane Soloviy, accompagnata dalla chitarra di Olexii Morosov. E, ancora: “Nessuno ci pensava, nessuno sapeva/Quale fosse l’ira ucraina”. Un messaggio inequivocabile, rivolto alla Russia di Vladimir Putin: noi non ci arrendiamo e continueremo a combattere per salvare la nostra patria.



“BELLA CIAO” INNO DELLA RESISTENZA UCRAINA: GIÀ OLTRE 130MILA VISUALIZZAZIONI SU YOUTUBE

Il video dell’interpretazione di “Bella Ciao” da parte dell’artista originaria dell’Ucraina ha già ottenuto su YouTube oltre 130 mila visualizzazioni e non va neppure dimenticato come soltanto due giorni dopo i primi attacchi sovietici l’ex première dame di Francia, Carla Bruni, avesse pubblicato una cover di questo brano proprio sui suoi profili social, a dimostrazione del valore universale posseduto dalla canzone.

Addirittura, sottolinea RaiNews, in Ucraina “Bella Ciao” era già risuonata nel 2014, nell’ambito delle proteste di EuroMaidan, con un testo riadattato contro il presidente Viktor Yanukovich, soprannominato “Vitja”: “Addio! Non ritornare! O Vitja ciao, Vitja ciao, Vitja ciao-ciao-ciao. Perché sia libera la nostra Patria fino alla fine noi lotteremo”. Non solo: le note dell’inno di resistenza hanno caratterizzato i movimenti di protesta di tutto il pianeta, compresi i Fridays for Future e le tensioni di piazza in Cile, Turchia e Libano.



https://twitter.com/soloviyka/status/1500521506052493320?ref_src=twsrc%5Etfw