Tra i membri della NATO sta crescendo il desiderio di consentire all’Ucraina di usare armi occidentali contro obiettivi militari all’interno dei confini della Russia, revoca di un limite a cui gli Stati Uniti si erano fermamente opposti nel timore di un allargamento della guerra. In virtù delle difficoltà di Kiev, le cui truppe sono incapaci di usare le armi avanzate occidentali, sarebbero in corso riflessioni per la revoca dei limiti all’uso delle armi. Ad esempio, il Segretario di Stato Usa Antony Blinken è tra coloro che stanno spingendo il presidente americano Joe Biden ad allentare le restrizioni che stanno limitando l’uso delle armi occidentali e che per il presidente ucraino Volodymyr Zelensky hanno dato al Cremlino un “enorme vantaggio“.



Dopo l’apertura di Regno Unito, Estonia, Lettonia, Lituania, Spagna, Finlandia e Polonia, è arrivata la proposta della Francia, con il presidente Emmanuel Macron che spinge per un compromesso, cioè permette all’Ucraina di “neutralizzare i siti militari da cui vengono lanciati i missili, ma non altri obiettivi civili o militari“, per scongiurare il rischio escalation.



SVOLTA USA: REVOCA ALLE RESTRIZIONI SULL’USO DELLE ARMI IN UCRAINA?

Nelle ultime ore è trapelata l’indiscrezione del Washington Post, secondo cui gli Stati Uniti potrebbero autorizzare l’Ucraina a usare le armi americane sul territorio russo: finora non è stata né commentata né smentita dall’amministrazione Biden. Il presidente americano si è finora ampiamente opposto a qualsiasi rischio di escalation, quindi anche agli attacchi di droni all’interno della Russia, rifiutandosi categoricamente di dare il permesso all’Ucraina e respingendo pure l’idea di mandare soldati NATO in Ucraina.



Eppure, stanno emergendo segnali discordanti all’interno dell’amministrazione Biden: ad esempio, Blinken e il Dipartimento di Stato starebbero spingendo per allentare le restrizioni sulle armi e il Segretario alla Difesa Lloyd Austin ha accennato a un cambiamento nella politica di abbattimento degli aerei russi che operano sul territorio russo, affermando questo mese che “la dinamica aerea è un po’ diversa“.

BIDEN APRE ANCHE A NUOVI SANZIONI CONTRO LA CINA

Ora il Washington Post rivela che Biden sta prendendo in considerazione anche di colpire la Cina per gli aiuti alla Russia, confermando la crescente preoccupazione per la vulnerabilità dimostrata dall’Ucraina sul campo di battaglia. Una minaccia che arriva in una fase molto delicata, visto che entrambi i Paesi stanno provando a stabilizzare i loro rapporti.

Il crescente supporto della Cina si evince anche da un rapporto di Nathaniel Sher per il Carnegie Endowment for International Peace: i dati doganali internazionali rivelano che Pechino è il principale fornitore della Russia di 50 prodotti a duplice uso “ad alta priorità” e che la fetta cinese delle importazioni russe di questi articoli è passata dal 32% nel 2021 all’89% dello scorso anno. Per il think tank britannico Royal United Services Institute, che si occupa di politica estera, la Cina manda alla Russia anche tecnologia satellitare che può fare la differenza nel conflitto.