Dalle ore 5:00 di oggi, mercoledì 11 maggio, si sta cercando di capire se vi è stata o meno una riduzione dei flussi di gas dall’Ucraina verso l’Unione Europea, Italia compresa. Il gestore del nostro Paese, la Snam, come riferisce l’edizione online del Corriere della Sera, valuterà se la guerra in corso in Ucraina sta avendo ripercussioni sulle forniture di metano destinate all’Italia. C’è un po’ di preoccupazione, scrive il quotidiano di via Solferino, ma fonti industriali rassicurano comunque sulla capacità di assorbimento di eventuali blocchi grazie alla “ramificazione della rete di gasdotti che trasportano il gas russo verso l’Europa”.
Ad annunciare la sospensione è stata l’Ucraina nella giornata di ieri, e precisamente attraverso un punto di transito che fornisce quasi un terzo del metano che è destinato a Slovacchia, Ungheria, Austria, Romania e Italia, puntando il dito ovviamente nei confronti della Russia «poiché le forze di occupazione interrompono le operazioni», così come fatto sapere attraverso una nota dal GTSOU, il gestore di Kiev. Secondo gli ucraini, lo stop è dovuto alla “forza maggiore”, inserita nei contratti come eventuale clausola esercitabile in caso di situazione fuori controllo.
UCRAINA, BLOCCATO UN TERZO DEL GAS VERSO L’UE: UNA RETE DA 32.6 MLN DI MC AL GIORNO
Lo stesso gestore ucraino ha fatto sapere di non poter operare nella stazione di compressione del gas di Novopskov, nella regione di Lugansk, a causa «dell’interferenza delle forze di occupazione nei processi tecnici», spiegando altresì che potrebbe spostare temporaneamente il flusso interessato al punto di interconnessione fisica «Sudzha», che si trova nel territorio controllato dall’Ucraina. La pensa però diversamente Gazprom, secondo cui non è possibile spostare i volumi e non ci sono pericoli che consiglierebbe di dare vita a tale mossa.
Dalla rete interessata passano ogni giorno 32.6 milioni di metri cubi di gas che sono destinati all’Unione Europea e ovviamente la notizia ha fatto schizzare verso l’alto i prezzi dei futures del gas, oltre i 100 euro al megawattora. «I prezzi del gas in Europa manterranno questo premio per il rischio geopolitico per il prossimo futuro», le parole degli analisti di Stifel Chris Wheaton e David Round. Si rischiano prezzi alti, secondo gli stessi, fino a tutto il 2023.