L’Ucraina ha chiesto agli Usa la revoca del divieto di utilizzare le armi di fabbricazione statunitense contro la Russia sul territorio di quest’ultima. Una delegazione di parlamentari, in base a quanto riportato da Politico, si è recata in visita a Washington per incontrare l’amministrazione di Joe Biden e discutere col Congresso la questione. Il punto è che Kiev teme di essere sempre più debole nei confronti di Mosca e non vuole soccombere sotto i suoi attacchi, soprattutto in un momento di stallo come questo che potrebbe essere di svolta per Vladimir Putin.
Tra i rappresentanti della delegazione di parlamentari negli Usa è stato David Arakhamia, presidente del partito al governo Servo del Popolo. “Il problema principale in questo momento è che la politica della Casa Bianca limita la nostra capacità”, ha affermato. A ribadire il concetto è stato anche Oleksandra Ustinova, capo della commissione parlamentare speciale per armi e munizioni, il quale ha espresso una certa frustrazione per le limitazioni nel combattimento: “Abbiamo visto i loro militari seduti a uno o due chilometri dal confine con la Russia e non c’era nulla che potessimo fare al riguardo”.
La risposta degli Usa all’Ucraina sull’uso delle armi
Gli Usa non hanno formalmente risposto alla richiesta dell’Ucraina di potere eludere il divieto di utilizzare le armi di fabbricazione statunitense nel territorio della Russia. Non sembrerebbe però che i colloqui si siano conclusi con una fumata bianca. A farlo intuire sono state le dichiarazioni rilasciate da due funzionari rimasti anonimi. “L’assistenza è per la difesa e non per le operazioni offensive”, hanno chiarito.
La sensazione è che la discussione non si concluderà qui. Kiev infatti non ha nessuna intenzione di mollare il colpo, anche perché teme che Mosca possa avanzare sempre di più. Gli attacchi coi droni non sono più sufficienti a Volodymyr Zelensky, che vorrebbe potere utilizzare i missili per la controffensiva. “Gli Usa ci hanno dato un bastone, ma non ce lo lasciano usare”, lamentano ancora i parlamentari arrivati in visita a Washington. La strategia di Joe Biden potrebbe insomma essere decisiva per il futuro della guerra.