La crisi russa per la (mezza) rivolta Wagner potrebbe aprire una prospettiva di sostanza al negoziato di pace. Negli Stati Uniti c’è la convinzione, o forse la speranza, che le “crepe” nel sistema di Putin possano spingere il presidente della Russia ad accettare la trattativa con Zelensky e gli alleati occidentali che lo sostengono. Gli americani, non a caso, nelle ultime settimane hanno mantenuto i contatti col Cremlino. Lo ha confermato Blinken, Segretario di Stato Usa, spiegando che è servito a «monitorare» lo schieramento delle testate nucleari. Come evidenziato dal Corriere della Sera, si sta discutendo molto di altre iniziative diplomatiche, ma nessuna ha fatto progressi degni di nota, secondo quanto risulta.
Ad esempio, le manovre dei cinesi si sarebbero rivelate un falso movimento, visto che Xi Jinping è di fatto schierato con Mosca. L’India non sta dando gli impulsi auspicati, infatti Modi collabora con gli Usa nel Pacifico, ma al tempo stesso mantiene stretti legami con la Russia, senza intromettersi, perché per lui la guerra in Ucraina è «una questione europea». Mentre si attendono sviluppi dalla visita del cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, a Mosca, la traccia di un possibile dialogo resta nelle mani dell’amministrazione Biden.
GUERRA UCRAINA RUSSIA, IL PIANO USA PER LA PACE
Sulle base di informazioni raccolte dal Corriere in ambienti diplomatici europei e statunitensi, per ora non ci sono segnali diversi da parte di Mosca rispetto a quelli inviati prima della crisi aperta da Prigozhin. Putin vuole che Ucraina e comunità internazionale riconoscano la sovranità russa su Melitopol, Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia, le quattro regioni conquistate dopo l’invasione. Inoltre, si aspetta che Kiev dica addio alle armi e non aspiri ad entrare nella Nato. Condizioni ritenute inaccettabili da Zelensky e l’Ucraina, soprattutto in questa fase della controffensiva. Così non ci sarebbe spazio per ogni tentativo di distensione. Finora Biden non è mai uscito allo scoperto con una proposta per non creare divisioni nel gruppo dirigente a Kiev, quindi anche nell’Alleanza Atlantica.
Ma diplomazia Usa, insieme a ucraini e alleati, starebbe lavorando ad uno schema con diversi scenari. La prima condizione, quella indispensabile per il cessate il fuoco, è il ritiro immediato dei soldati russi. In cambio l’Ucraina potrebbe rinunciare alla Crimea, almeno per diversi anni. Il punto più critico per gli ucraini. Stati Uniti e Occidente garantirebbero a Kiev la fornitura costante di armi, trasformando l’Ucraina in uno Stato sul modello Israele o Taiwan. Infine, l’Ucraina non dovrebbe entrare nella Nato nel breve periodo, nella speranza che tutto ciò servi a convincere Putin ad accettare un compromesso.