Per lungo tempo durante il periodo della Guerra fredda gli Stati Uniti e i loro alleati hanno evitato di espandere la Nato verso Stati che avrebbero potuto essere attaccati dalla Russia.
L’eventuale adesione dell’Ucraina alla Nato comporta inevitabilmente una guerra diretta tra Russia e Stati Uniti, una guerra che potrebbe anche essere nucleare. Quanto maggiore sarà il coinvolgimento degli Stati Uniti e della Nato in questa guerra, quanto più probabile vi sarà un epilogo di questa natura.
Anteporre agli interessi degli Stati precostituite scelte ideologiche costituisce un grave errore perché finisce per ledere la sicurezza nazionale. I benefici che gli Usa potrebbero avere dall’inserimento dell’Ucraina nella Nato non possono lontanamente compensare i danni di una guerra diretta con la Russia. L’esito del vertice che si è svolto a Vilnius costituisce quindi un grave errore da parte dell’Alleanza.
Ma è un errore che viene da lontano, e che risale a quando Bush chiese durante il vertice Nato in Romania del 2008 che la Georgia e l’Ucraina si unissero all’Alleanza. La reazione da parte di Putin a Bucarest non si fece attendere: ebbe modo infatti di sottolineare che la presenza di un potente blocco militare ai confini della Russia, un blocco i cui membri sono soggetti all’articolo 5 del trattato di Washington, rappresenta una minaccia diretta per la Russia. Affermare che questo processo di allargamento non costituisca una minaccia diretta per la Russia significa fare un’affermazione destituita di qualunque fondamento. Come ebbe modo di sottolineare infatti il leader russo, la sicurezza nazionale non si basa su vaghe promesse.
A distanza di qualche mese dal vertice in Romania, la Russia invase la Georgia e nel 2014 attuò il processo di annessione della Crimea, vero e proprio preludio all’attuale guerra con l’Ucraina.
Ritornando all’articolo 5 del trattato, non dobbiamo dimenticare che esso impegna gli alleati della Nato a considerare l’attacco a uno di loro come un attacco rivolto a tutti gli Stati membri. Questo significa che una volta che l’Ucraina sarà all’interno della Nato, gli Stati Uniti e gli altri Paesi europei potrebbero porre in essere le condizioni per una guerra diretta con la Russia.
D’altra parte era stato proprio Barack Obama nel 2013 in Estonia a sottolineare che l’articolo 5 è assolutamente chiaro in proposito. Non è stato in fondo lo stesso Biden ad affermare che l’articolo 5 costituisce un sacro giuramento per difendere ogni centimetro del territorio della Nato?
Ammettiamo pure che l’adesione si compia: l’Ucraina continuerà ancora ad avere dispute con la Russia e soprattutto vi sarà un vero e proprio ritorno del nazionalismo sia russo che ucraino che non farà altro che limitare sempre di più gli spazi per le azioni diplomatiche. Ma esistono altri aspetti da sottolineare: una volta entrata l’Ucraina nella Nato, cosa impedirebbe agli Stati Uniti di minacciare l’uso delle armi nucleari per difendere Kiev? È pertanto evidente che l’adesione, insieme all’articolo 5, getterebbe le basi per la terza guerra mondiale.
Ma potrebbe presentarsi un altro scenario. Dopo l’adesione dell’Ucraina, proprio per evitare una guerra nucleare – o comunque una guerra diretta contro la Russia – gli Usa potrebbero decidere di non intervenire direttamente, ma in questo caso perderebbero credibilità, finendo per indurre anche altri Paesi europei ad agire nello stesso modo. Insomma un modus operandi di questa natura potrebbe mettere in crisi la credibilità della Nato.
Esiste un ulteriore aspetto da considerare. L’innalzamento delle spese militari da parte degli Stati Uniti e di molti alleati europei è oramai dato di fatto. A giovarsene non è tanto la modernizzazione delle forze armate, ma le casse delle industrie militari. L’adesione all’articolo 5 non farebbe altro che incrementare l’aumento delle spese militari. Tuttavia gli Stati europei non sono in grado di sostenere un aumento di tale natura e ciò costringerebbe gli Stati Uniti a supplire a questa mancanza. E nell’interesse della sicurezza nazionale americana incrementare in questo modo le spese? È lecito dubitarne. Tutto ciò non fa altro che sottrarre risorse alla politica di contrasto verso la Cina. Se infatti la priorità della politica estera americana è quella di contrastare la proiezione di potenza cinese nel mondo e soprattutto nell’Indo-Pacifico, questa guerra non farà altro che sottrarre risorse.
L’adesione dell’Ucraina alla Nato inoltre non darebbe alla Russia un incentivo ulteriore per continuare la guerra?
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