Chissà se i cittadini europei si rendono conto di come la crisi ucraina sia stata gestita a livello europeo, soprattutto negli ultimi tempi, in modo irrealistico, quasi che non si ammetta la necessità di dover puntare ad una sollecita pace ragionevole.
Messa all’angolo e minimizzata, l’Europa non sembra rendersi conto della realtà. Leggere poi che il presidente Zelensky sostenga che Trump starebbe “in una bolla di disinformazioni russe” lascia decisamente perplessi, se si pensa al credito di cui in Europa gode ancora il presidente ucraino.
Per cominciare, per mesi e mesi nessuno in Europa ha ammesso che il mandato presidenziale di Zelensky era scaduto e che quindi andavano fatte nuove elezioni. “Ma c’è la legge marziale, c’è la guerra” si è risposto. Eppure la guerra interessa una piccola parte dell’Ucraina, per fortuna in molte zone la vita prosegue quasi come prima e – comunque – quasi dappertutto (volendo) le elezioni si sarebbero potute svolgere benissimo. Circa la legge marziale è lo stesso Zelensky che l’ha imposta e sarebbe sensato se proprio l’Europa chiedesse e verificasse quale sia stata la libertà di espressione in questi tre anni per chi non fosse d’accordo con il presidente.
Allo stesso modo i leader europei fanno finta di non sapere (ed ufficialmente non si sono mai chiesti) dove vada a finire parte delle loro forniture, in mano a chi sia la gestione degli aiuti e se – pur puro caso – i generali fenomeni di corruzione che hanno sempre contraddistinto l’Ucraina non si siano imposti ben più fortemente negli ultimi anni. Avete mai avuto un resoconto di spese e di controlli? Eppure l’Europa ha impegnato (bene?) somme enormi.
Allo stesso modo l’Europa fa finta da molto tempo di non rendersi conto che l’esercito ucraino è a pezzi e con il morale sotto le scarpe e che – per quanti problemi può avere Putin – forse a Kiev ce ne sono di peggio; così come la solita candida Europa non ha il coraggio di ammettere il sostanziale fallimento delle sanzioni imposte alla Russia. Oppure che la speculazione abbia brindato per la crisi energetica che ha sconvolto e sconvolge l’economia del vecchio continente, senza che i leaders riescano a mettersi d’accordo su un prezzo del gas a livello continentale.
In buona sostanza e in parole povere, perché non si è cominciato a tessere un processo di pace poche settimane dopo l’aggressione di Putin? Oppure davvero in Europa pensavano che i russi potessero essere militarmente sconfitti? Se lo credevano davvero, i capi europei e della NATO erano e sono fuori dalla realtà e l’andamento della guerra lo conferma. Forse bisogna aver il coraggio di chiederci perché ci siano voluti tre anni, decine di migliaia di morti e immani sofferenze e distruzioni prima di rendersi conto che a una trattativa bisognava pur arrivarci.
“Ma Putin è come Hitler, pian piano vuol mangiarsi l’Europa! Qui si combatte per la libertà”. Stiamo ai fatti: Putin è stato indubbiamente l’aggressore, ma dov’era l’Europa prima del 2022 e dove mai Putin ha preso iniziative contro altri Stati europei? Eppure la Russia è stata circondata dalla NATO che è arrivata ai suoi confini, mentre la Russia è sotto sanzioni e Putin andrebbe arrestato non appena di recasse all’estero.
Sta di fatto che adesso i governanti europei sembrano stralunati marziani scesi da un’astronave, hanno opinioni antitetiche sull’invio di altre armi, si sono messi contro buona parte dell’opinione pubblica, sono fuori gioco a livello internazionale. In parole povere non sanno cosa fare. Come strategia, non è stato un grande successo.
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