Dopo l’attentato a Nord Stream, l’Ucraina accusò la Russia di essere dietro il sabotaggio del gasdotto. Prima il consigliere presidenziale ucraino Podolyak, poi il presidente Zelensky esclusero il loro coinvolgimento. A quasi un anno dal sabotaggio, il settimanale Der Spiegel e la tv pubblica tedesca Zdf hanno pubblicato un’inchiesta in cui ricostruiscono quanto accaduto alla ricerca di un responsabile, citando fonti della Procura generale e dell’Ufficio federale anticrimine di Wiesbaden. «Un numero sorprendente di indizi punta all’Ucraina», scrivono i due media tedeschi citando una fonte all’interno del nucleo investigativo. Alcuni, forse tutti, i membri del commando si trovavano in Ucraina prima e dopo l’attentato del 26 settembre 2022, quando quattro esplosioni distrussero entrambe le condotte del Nord Stream 1 e una del secondo gasdotto.



Per gli inquirenti tedeschi è «il caso giudiziario più importante dalla fine della Seconda guerra mondiale». Cinque uomini e una donna avrebbero noleggiato un piccolo yacht, l’Andromeda, tramite un’agenzia viaggi polacca di una donna ucraina. Salpata da Rostock, dopo tre stop, tra cui uno in Polonia, ha trascorso una settimana nel braccio di mare dove si trovavano i gasdotti a 80 metri di profondità.



NORD STREAM, INCHIESTA IMBARAZZA NATO E UCRAINA

La piccola ciurma era sufficiente a piazzare circa un quintale di esplosivo con immersioni durate fino a tre ore per lavorare sui fondali. Non si esclude che abbiano avuto l’appoggio del sonar di un’altra imbarcazione. Dopo il rientro in porto, lo yacht Andromeda è stato messo in secca, senza essere pulito. Gli investigatori hanno trovato a bordo tracce di ottogene, un potente esplosivo sottomarino. Per quanto riguarda il noleggio, è stato effettuato con documenti falsi, di cui uno moldavo. La polizia tedesca è riuscita a collegare il passaporto falso a Valeri K., un ventenne ucraino di Dnipro, militare della 93esima brigata meccanizzata. Anche suo padre era un militare che aveva lavorato nei porti turchi ed era stato coinvolto nel traffico di migranti nel Mediterraneo.



Ma è emerso anche che i servizi segreti della Nato avevano intercettato delle conversazioni che rivelavano il piano ucraino (noto anche alla Cia) per il sabotaggio del gasdotto Nord Stream, ma la cancelleria tedesca, ad esempio, non prese sul serio la minaccia. Ora quegli indizi si stanno trasformando in prove a cui la coalizione del governo tedesco non sa come reagire, perché bloccare gli aiuti all’Ucraina è fuori discussione, ma non si può neppure far finta di nulla. Secondo le due testate tedesche, dopo aver fatto esplodere Nord Stream, il commando avrebbe dovuto colpire anche il gasdotto Turk Stream, che collega Turchia e Russia tramite il mar Nero.