Recentemente il quotidiano Repubblica ha organizzato un tavolo d’incontro con quattro ex esponenti dell’intelligence di diversi paesi per parlare della situazione, delicata, in Ucraina. All’incontro unico nel suo genere hanno presenziato John Negroponte, ex direttore dell’intelligence USA; Alex Younger, ex capo dell’Mi6, i servizi segreti britannici; il principe saudita Turki Al-Faisal, ex direttore dell’intelligence di Riad e David Meidan, ex capo dell’Unità cyber “8200” di Israele. Un’occasione, appunto, unica, che ha permesso di capire come i più importanti osservatori internazionali vedono la guerra tra Ucraina e Russia, ma che ha fatto anche incontrare per la prima volta personaggi pubblici dell’Arabia Saudita e di Israele, paesi che non hanno una relazione formale.
Ex intelligence: “L’Ucraina è una sfida”
Nessuno dei quattro lascia trasparire un’opinione positiva sulla guerra in Ucraina, vedendola a vario titolo come una sfida da affrontare, e vincere. Per Faisal “è una tragedia e un evento inaccettabile che contraddice i nostri convincimenti su quali siano le basi dell’ordine mondiale”. Per Negroponte, invece, è una situazione delicata che “ha creato conflitti in seno al Consiglio di sicurezza dell’Onu”, ma sottolinea anche che “quando ci sarà un tavolo di pace dovremo stare attenti a come porci con la Russia” per cercare di salvare i rapporti internazionali.
Younger, invece, è più duro e sostiene che per il bene dell’Ucraina “dobbiamo resistere alla violenza di Putin”, sottolineando che si tratta di un conflitto “che va oltre i confini dell’Europa”. Ritiene che “fermare la guerra ora significherebbe consegnare la vittoria alla Russia“, e dal conto suo dovremmo “far capire a Putin che deve accettare il compromesso. Dobbiamo sostenere con forza l’Ucraina”. In questo complicato panorama, però, uno spiraglio per aiutare davvero l’Ucraina c’è, ed è la Cina che per Faisal “è forse l’unico paese che può influenzare la Russia”. Anche Meidan pensa che “la mediazione della Cina possa essere utile” ma avverte anche che “Pechino cerca di aumentare la sua influenza sulla regione”. Per Younger, invece, “la Cina ha l’opportunità di essere parte della soluzione, ma ha anche un’alleanza con la Russia molto stretta” e se riuscisse a portare alla pace “cambierà radicalmente la percezione della Cina in Ue“.