In Ucraina è emergenza ambientale

Incessante da oltre un anno la guerra contro l’aggressore russo sta distruggendo l’Ucraina. Una distruzione che muovi su diversi fronti, da quello sociale a quello economico, passando anche per quello urbano ed arrivando, infine, anche a quello ambientale. Gli esperti, infatti, sono sempre più preoccupati delle conseguenze a lungo termine del conflitto, che fino a questo momento ha visto un diffusissimo utilizzo di razzi e bombe, talvolta diretti verso infrastrutture critiche inquinanti.



Dell’emergenza ambientale in Ucraina ne parla una lunga inchiesta condotta dal quotidiano The Independent, che ha interpellato alcuni esperti, tanto ucraini, quanto internazionali. In particolare, preoccupa l’ampio utilizzo dei bombardamenti, che disperdono al suolo (oltre alla distruzione) una enorme quantità di prodotti chimici. Questi, inevitabilmente, finiscono per depositarsi e sedimentarsi, finendo anche nelle acque e nella profondità dei terreni. Quella che, insomma, era conosciuta come “granaio d’Europa” a brevissimo rischia di diventare una delle terre più brulle, devastate e meno floride del mondo, esattamente come fu per il Vietnam, in cui l’impiego di prodotti chimici fu il più vasto mai conosciuto. Basti pensare ad un numero, condiviso dagli stessi funzionari del governo dell’Ucraina: 51 miliardi di dollari, pari ai danni ambientali causati dal conflitto con la Russia da febbraio 2022.



Ucraina: i rischi tra acqua, foreste e terreni agricoli

Complessivamente la preoccupazione per la devastazione ambientale in Ucraina muove soprattutto nei confronti delle ripercussioni sulla popolazione. Oltre alla sedimentazione delle sostanze chimiche, che saranno respirate per diversi anni in futuro, il deposito sui terreni farà anche si che quelle sostanze verranno assorbite dalle coltivazioni e assunte dagli animali al pascolo, finendo infine per contaminare le persone. I rischi, inutile dirlo, vanno dall’intossicazione chimica, fino al cancro e alla morte.

In Ucraina, infatti, moltissimi edifici sono ancora intrisi di amianto, utilizzato per i suoi poteri ignifughi, ma anche tra i composti più cancerogeni esistenti in natura. Gli edifici, distrutti, disperdono l’amianto nei terreni e nelle acque. E sulle acque, in particolare, l’esito dei bombardamenti riduce in larga parte le quantità di acqua nei depositi naturali (fiumi, laghi e mari) con esiti sulle coltivazioni, ma anche sul raffreddamento dei noccioli atomici nelle centrali. Le foreste dell’Ucraina, invece, sono state progressivamente devastate dagli accampamenti russi, che prelevano la legna per il sostentamento e distribuiscono mine esplosive, che se attivate devastano alberi e terreni.