Claude Martin, diplomatico francese che aiutò anche alla riconciliazione tra Francia e Germania dopo le guerre mondiali, da cui originò il progetto Europa, ha commentato la questione Ucraina, con tutti gli sconvolgimenti diplomatici e governativi che ha causato. Sulle pagine del quotidiano Le Figaro non usa mezzi termini, e disegna per il futuro del mondo uno scenario piuttosto cupo e che potrebbe gettare l’Europa nel baratro dei blocchi.



In merito alla guerra in Ucraina, che va avanti da oltre un anno e non accenna a diminuire in intensità, il diplomatico spiega che “l’Unione Europea può fare dichiarazioni e moltiplicare le sanzioni, ma non ha gli strumenti per agire e, ovviamente, in caso di conflitto armato è la NATO a condurre il gioco“. Ritiene che il numero sempre maggiore di attori internazionali in visita a Kiev “riflette questa competizione febbrile” e spiega che, in realtà, “la solidarietà europea in questo caso è illusoria“. Sul conflitto in Ucraina non crede che l’aiuto della Cina possa costituire una concreta via d’uscita, “è impegnata al fianco di Mosca e continuerà a farlo” nonostante le sue dichiarazioni di apertura alla pace.



Il futuro dell’Europa dopo l’Ucraina

In generale, insomma, il diplomatico Claude Martin non vede di buon occhio la situazione internazionale che si è andata a creare dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Inoltre, non sembra neppure credere che ci possa essere un vero dialogo sulla pace, soprattutto se condotto dall’attore cinese estremamente vicino alle posizioni della Russia, e pertanto di parte anche in un eventuale negoziato, che finirebbe per ignorare la posizione di Kiev.

Parlando degli sconvolgimenti causati dalla guerra in Ucraina, spiega che vede la diplomazia internazionale con “una visione cupa”. Racconta, infatti, di essere entrato in diplomazia “con la convinzione che il generale De Gaulle avesse ragione. Sotto la sua guida, la Francia ha chiesto la dissoluzione dei blocchi, la distensione, la comprensione e la cooperazione tra Stati governati da ideologie e sistemi diversi. Era una visione di pace”. Tuttavia, dopo la situazione in Ucraina, “siamo in un mondo in cui i blocchi si stanno ricostituendo. Dietro il legittimo attaccamento ai nostri valori, si sta sviluppando uno spirito di crociata. Non mi aspetto nulla di buono da questo”, conclude con una certa disillusione, e forse preoccupazione.