Nel segreto di accordi che non erano stati ancora resi pubblici, sembra che l’Ucraina e la Russia fossero pronte ad incontrarsi – per la prima volta da più di due anni – per discutere una possibile tregua: questa è l’indiscrezione lanciata in questi giorni dal Washington Post, che avrebbe avuto diverse conferme sia da parte di funzionari ucraini, che da quelli russi ed – addirittura – da alcuni dei mediatori del Qatar che avano organizzato l’importante meeting.



Ma il condizionale è d’obbligo, perché da quanto l’incontro per la tregua tra Russia e Ucraina era stato organizzato le cose sono anche contestualmente (e profondamente) mutate, soprattutto dopo la decisione di Zelensky di invadere la regione russa di Kursk: tutti i funzionari sentiti dal Washington Post – infatti – hanno confermato che la Russia avrebbe contattato i Qatar per rimandare l’appuntamento per la tregua previsto inizialmente entro la fine di questo mese, considerando l’offensiva dell’Ucraina “un’escalation”.



Interpellati direttamente i rispettivi governi, dal Cremlino non è pervenuto alcun commento né sul presunto incontro, né sul suo rinvio; e seppur Kiev abbia confermato il piano segreto per la pace, ha anche relegato il rinvio alla “situazione in Medio Oriente”, sottolineando che l’incontro si terrà (come da previsioni) il 22 agosto in videoconferenza; mentre anche la Casa Bianca si è astenuta dal commentare.

Le tregua tra Russia e Ucraina: al centro c’era il salvataggio delle infrastrutture energetiche di Kiev

Insomma, mentre era in corso una sotto trama segreta per far incontrare la Russia e l’Ucraina per la seconda volta dall’invasione del 2022, l’eventuale tregua mediata dal Qatar (nel frattempo impegnato anche per riportare la pace tra Israele e Hamas) sembra essere stata momentaneamente rinviata a causa dell’audacia – o dalla sconsideratezza – dell’offensiva organizzata da Kiev sul territorio russo.



Ma quale era l’obiettivo (è bene ribadirlo: ipotetico) della tregua tra Russia e Ucraina? Sempre secondo le indiscrezioni raccolte dal Washington Post, al centro della trattativa c’era una momentanea attenuazione degli attacchi russi al fine di preservare quel poco rimasto in piedi dalle infrastrutture energetiche ucraine; martoriate da più di due anni di conflitto, con centinaia di attacchi mirati da parte del Cremlino, ma anche sempre più fondamentali con l’arrivo del rigido inverno ucraino.

Le trattative avrebbero dovuto seguire la falsa riga di quelle che permisero – ormai quasi un anno fa – di riaprire i corridoi ucraini del grano, con il Qatar nel ruolo di mediatore e garante del rispetto degli accordi, evitando lo scenario che portò il Cremlino ad interrompere per la seconda volta l’export di Kiev; mentre la speranza era che questo primo passo avrebbe aperto le porte ad un accordo di pace più ampio e duraturo.