La guerra contro la Russia si complica per l’Ucraina: l’obiettivo dell’Unione europea di un milione di munizioni è a rischio. Al termine della riunione dei ministri della Difesa dell’Ue, l’Alto Rappresentante per la Politica estera e di Sicurezza Josep Borrell ha fatto il punto della situazione, spiegando che sono state mandate 300mila cartucce, sul totale di un milione promesso su un periodo di 12 mesi all’inizio dell’anno. Sono state ordinate altre 180mila munizioni al settore industriale, che verranno distribuite all’Ucraina tra il 2023 e il 2023. Secondo Borrell «è ancora possibile raggiungere l’obiettivo di un milione di cartucce di munizioni da qui a marzo dell’anno prossimo», ma solo se «i Paesi reindirizzeranno e riorganizzeranno le priorità». Dunque, non è sufficiente aumentare la produzione.
Comunque, già il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius non era stato ottimista: «Non raggiungeremo l’obiettivo di un milione di cartucce da qui a marzo dell’anno prossimo. Dobbiamo accettarlo». Stando a quanto riportato dal Sole 24 Ore, il problema è che molti Stati sono restii a trasferire parte della loro produzione a Kiev, temendo per i loro stock, in un contesto internazionale molto incerto. Non a caso l’European Council on Foreign Relations, in un rapporto di ottobre, esortava l’Ue «a sviluppare nuove capacità industriali nella difesa». Considerando anche che la controffensiva ucraina non si è rivelata decisiva, se lo stallo sul terreno dovesse proseguire, l’Ue potrebbe ritrovarsi a valutare di esortare Zelensky ad aprire negoziati con la Russia.
RASMUSSEN “UCRAINA BUCO NERO PER L’EUROPA”
I segnali negativi per l’Ucraina non mancano. Ad esempio, la Francia smetterà di fornire all’Ucraina armi dai suoi arsenali, quindi Kiev ha cominciato ad acquistare nuove armi da aziende francesi usando il denaro di un fondo speciale. Lo ha dichiarato il ministro francese delle Forze armate Sebastien Lecornu. Parigi, dunque, ha stanziato 200 milioni di euro per un fondo destinato a finanziare gli acquisti diretti dell’Ucraina dai produttori di armi francesi. Stando ad un rapporto parlamentare della Commissione Difesa e Forze Armate dell’Assemblee Nationale francese, finora gli aiuti militari della Francia a Kiev sono stati pari a 3,2 miliardi di euro. «In Francia, come in molti altri Paesi della NATO e negli Stati Uniti, le scorte sono esaurite», commenta Earl Rasmussen, tenente colonnello in pensione con oltre 20 anni di servizio nell’esercito statunitense e consulente internazionale, a Sputnik. «Le scorte sono pericolosamente basse. Non possono davvero difendersi. E i fondi continuano a fluire. È come un buco nero verso l’Ucraina. Così si penalizza anche la propria opinione pubblica, se si vuole garantire la propria sicurezza per fornire finanziamenti e armi illimitate all’Ucraina. E sono d’accordo con il ministro della Difesa francese che queste elargizioni gratuite non possono continuare all’infinito».
Dunque, per Rasmussen l’Occidente non riuscirà a mantenere lo stesso livello di sostegno all’Ucraina. «Non possono. Il punto cruciale è che non possono. La mia opinione è che stiano delirando. Vivono in una realtà alternativa. Non sono in grado di mantenere la promessa». Da non sottovalutare anche la questione della catena di approvvigionamento: la maggior parte dell’Europa non si rifornisce internamente di minerali e altre materie prime, ma le ottiene da forniture esterne. «E chi è il principale fornitore? La Russia. Quindi devono rivolgersi a fonti alternative». Come la Cina, con cui le relazioni sono tese. A complicare ulteriormente la situazione, c’è la guerra in Medio Oriente. Per tutti questi motivi, i negoziati possono rappresentare una via d’uscita per Kiev: «Devono prendere coscienza della realtà e trovare un accordo realistico per fermare il conflitto e le uccisioni».