La Chiesa ortodossa ucraina potrebbe essere “rivolta” alla Russia. Questo il timore di Kiev, questo il motivo per il quale i servizi di sicurezza hanno perquisito 19 monasteri e luoghi di culto affiliati al Patriarcato di Mosca. Di fatto, la Chiesa ortodossa è sotto sorveglianza in Ucraina. «Nella nostra Chiesa, come nel nostro Paese, ci sono diverse opinioni. Alcuni pensano che dovremmo essere amici della Russia, altri che dovremmo andare in Europa», dichiara a Le Monde l’archimandrita Polikarp Lynenko. Si dice preoccupato riguardo il fatto che le autorità ucraine possano decidere di aumentare la pressione sulla sua chiesa. Infatti, il 1° dicembre scorso il Consiglio di sicurezza e difesa nazionale ha incaricato il governo di proporre alla Verkhovna Rada, il parlamento, di vietare le sue attività, accusandolo di essere un centro di influenza per la Russia.



Ma la chiesa di Lynenko a maggio aveva annunciato di voler rompere i suoi legami con Mosca. Una scelta di facciata secondo gli ucraini, a fronte del video registrato durante una funzione del 12 novembre dove si vedono fedeli cantare una melodia che celebra la Russia. Nei giorni successivi gli agenti del Servizio di sicurezza dell’Ucraina (SBU) hanno cominciato a perquisire chiese e luoghi di culto del Paese. La prima grande operazione è avvenuta il 22 novembre, l’ultima il 14 dicembre, come riportato da Le Monde, con l’obiettivo di «contrastare le attività sovversive dei servizi segreti russi nel nostro Paese».



“MESSA AL BANDO CHIESA ORTODOSSA? ERRORE GRAVE”

Pare siano state scoperte molte prove di elementi anti-ucraini, come somme di denaro, passaporti russi e documenti che elogiano il mondo russo. Quindi, 15 dignitari della Chiesa ortodossa sono stati sanzionati per la loro posizione favorevole a Mosca o per aver collaborato con le forze di occupazione. Ma l’arciprete Mikolay Danilevych, vice capo del dipartimento per le relazioni esterne della Chiesa, denuncia alcuni casi in cui gli agenti dell’SBU hanno falsificato le loro scoperte. Ad esempio, la bandiera della Nuova Russia trovata in un monastero femminile a Cherkasy sarebbe stata posta dagli stessi agenti. «Se le visite dell’SBU aiutano a trovare i traditori, è una cosa, ma se portano alla messa al bando della Chiesa, sarà una decisione sbagliata che dividerà il Paese», avverte l’arciprete Danilevych.



“SE CREDENTI SI ORGANIZZANO IN MODO CLANDESTINO…”

Dall’inizio dell’invasione, molte diocesi della Chiesa ortodossa ucraina hanno smesso di menzionare il nome del patriarca russo Kirill nelle loro funzioni, visto che ha sempre sostenuto l’aggressione russa all’Ucraina. A fine maggio il patriarca Onufriy, in carica dal 2014, ha organizzato un concilio al termine del quale la Chiesa ucraina ha dichiarato la propria indipendenza dal Triarcato di Mosca. Inoltre, la Chiesa ucraina si è liberata di tutto ciò che è legato al Patriarcato di Mosca. Eppure, c’è chi teme che la Chiesa ortodossa ucraina possa essere messa al bando, anche se giuridicamente potrebbe essere impossibile, visto che la Chiesa non è un’entità giuridica. Ma la questione è un’altra. «Quando una chiesa e le sue istituzioni vengono soppresse, i credenti si organizzano in modo clandestino. In questo caso, non possono più essere controllati, diventano invisibili allo Stato», rimarca a Le Monde Andriy Fert, storico dell’Accademia Mohyla, un’importante università di Kiev.