Volodymyr Zelensky è stato recentemente intervistato dal quotidiano americano Washington Post, con il quale ha ragionato sulla guerra in corso nella sua Ucraina, soprattutto alla luce di un Occidente che sembra essere sempre più reticente dal punto di vista degli aiuti. “Se non c’è il sostegno degli Stati Uniti”, spiega il presidente ucraino, “significa che non abbiamo difesa aerea, né missili Patriot, né disturbatori per la guerra elettronica, né proiettili di artiglieria”, mentre i mesi di scontri al Congresso “ci hanno fatto perdere sei mesi“.



Senza aiuti, spiega Zelensky, l’Ucraina sarà costretta a “tornare indietro, ritirarsi passo dopo passo“. In assenza di proiettili per mantenere le linee del fronte, infatti, l’esercito “accorcia la prima linea” per sparare meno, chiudendo le posizioni, perché se i russi sfondano “possono entrare nelle grandi città”. Differentemente, con un fronte stabile si riuscirebbe anche, nelle retrovie, ad addestrare nuove brigate, con le quali Zelensky conterebbe di condurre una nuova controffensiva “entro la fine dell’anno”, perché differentemente “se non lo fa l’Ucraina, lo farà la Russia”. Ora come ora, secondo il presidente, la priorità sono “i missili ATACM-300 a lungo raggio”, con i quali intende colpire gli aeroporti russi in Crimea, per mandare un messaggio al Cremlino affinché non li usi più per rifornire l’esercito russo.



Volodymyr Zelensky: “Obama non è stato abbastanza duro con Putin”

Commentando, invece, la posizione di Joe Biden rispetto agli aiuti in Ucraina, Zelensky usa toni piuttosto comprensivi, e sottolinea che “penso sia cauto per paura dell’attacco nucleare da parte della Russia”. Putin, infatti, secondo il suo avversario, “è pazzo. Nessuno può dire al 100% cosa farà e Biden deve essere cauto”, riferendosi a lui come ad un persona “astuta, ma non intelligente. Quando combatti con una persona intelligente, è una lotta basata sulle regole. Ma quando combatti con una persona astuta, è sempre pericoloso”.



Gli anni di guerra in Ucraina hanno insegnato soprattutto una cosa a Zelensky, spiega al Washington Post, ovvero che “Putin andava fermato prima”. Riconosce, infatti, l’inizio dell’escalation che ha portato a questa fase di guerra aperta nel 2014, quando “ha conquistato la Crimea” e il presidente americano “Barack Obama non è stato abbastanza forte contro di lui. L’Europa voleva avere sicurezza al confine e grandi scambi commerciali con la Russia”, ricorda ancora Zelensky, e “ciò ha aperto alla guerra in Ucraina. Ha catturato la Crimea”, chiosa il presidente, “e non c’è stata alcuna reazione. Nessuno lo ha respinto. Nessuno lo ha fermato”.