In quella stessa Ucraina che fino a qualche mese fa sembrasse poter resistere a qualsiasi attacco della Russia mantenendo un morale sempre alle stelle, quasi combattendo con il sorriso sul volto, le cose sembrano peggiorare rapidamente, specialmente in quei reparti dell’esercito che da ormai quasi tre anni vivono ininterrottamente sulla primissima linea del fronte; vedendola assottigliarsi ed arretrare quasi con cadenza giornaliera, soprattutto nelle ultime settimane in cui la Russia sembra aver intensificato la frequenza e – soprattutto – l’intensità delle sue offensive.



A raccogliere il grido di allarme che arriva dai militari dell’Ucraina è stata la CNN che ha avuto modo di parlare con alcuni attuali o ex comandanti che quel fronte lo vivono e respirano ogni giorno; ma prima di arrivarci è importante ricordare che attualmente i combattimenti si stanno concentrando quasi tutti attorno alla città di Pokrovsk che rappresenta un punto di snodo centrale del settore ucraino orientale ed è ormai prossima a cadere sotto le mani del Cremlino.



Per la Russia quella rappresenta una tappa fondamentale per la conquista sia dell’intera regione del Donetsk, che per quella di Luhansk, perché oltre ad essere una delle ultime roccaforti militari dell’Ucraina orientale è anche il punto di approdo di un treno per Dnipro usato da Kiev per rifornire il fronte; mentre dal conto ucraino la tenuta della città è a dir poco fondamentale perché – oltre alle stesse ragioni che abbiamo appena elencato – alle sue porte c’è l’ultima miniera di carbone ancora attiva, necessaria a sostenere l’industria dell’acciaio.



Il racconto dei comandati dell’Ucraina alla CNN: “Il morale dell’esercito è pessimo, troppi russi e poche munizioni”

Veniamo così al parere dei comandati dell’esercito che ci tengono a ribadire alla CNN quanto il morale sul fronte sia ormai prossimi ai minimi storici, con pochi volontari rimasti (tra i morti e chi se n’è andato approfittando di essere un volontario) e nuove leve che faticano a sopportare la vista dei loro compagni che cadono uno dopo l’altro, talvolta dopo la loro primissima missione sul fronte; il tutto peggiorato dall’evidente superiorità numerica del Cremlino – una delle fonti stima che per ogni ucraino ci siano almeno 10 russi – e dal fatto che le scorte di armi e munizioni siano ormai sempre più scarne.

Nei solo primi quattro mesi del 2024 una stima ufficiale ci dice che circa 19mila soldati ucraini hanno disertato dall’esercito, ma non si esclude che il numero possa essere ben più ampio dato che moltissimi comandanti – raccontano sempre i colleghi alla CNN – non denunciano i disertori; mentre ad aggiungere ulteriore pressione sui militari di Kiev ci sarebbe anche la recente missione di conquista a Kursk che ad alcuni è sembrata uno spreco di risorse (e soldati) con il fronte orientale che sta per cadere.

Ad aggiungere benzina sul fuoco dell’Ucraina che arde ci sarebbe anche il fatto che molto spesso i vari comandi militari che operano sui fronti caldi si trovano a lavorare senza coordinamento tra uno e l’altro e con comunicazioni rese sempre più complicate dagli attacchi russi: l’esito è che alcuni punti chiave rimangono scoperto senza preavviso, mentre un’azione militare di Kiev rischia sempre (com’è più volte effettivamente accaduto secondo le fonti) di essere resa vana dall’operazione di un altro battaglione.