Dopo Mars, PepsiCo e Bacardi, ora è la volta di Nestlé. La Nacp, National agency on corruption prevention, l’Agenzia nazionale ucraina per la prevenzione della corruzione, ha inserito la multinazionale svizzera nella “black list” delle aziende accusate di essere “sponsor di guerra”. Una lista di cui fanno parte aziende alimentari, il cui settore non è stato coinvolto nell’embargo internazionale decretato nei confronti della Russia per ambiti strategici come l’energia e la tecnologia, che continuano quindi a essere attive entro i confini di Mosca. E proprio questa è, infatti, l’accusa mossa alla compagnia elvetica che, “nonostante l’aggressione russa in corso contro l’Ucraina – dice la Nacp -, continua a operare nello Stato aggressore, fornendo beni alla popolazione e ampliando la propria base produttiva nel Paese”. L’agenzia di Kiev ricorda che a fine 2022 l’azienda gestiva sette stabilimenti in Russia, dove sviluppava il 2% del suo giro d’affari globale.
Nestlé ha risposto attraverso una nota ufficiale nella quale chiarisce di essere “dalla parte del popolo ucraino” sottolineando di avere “distribuito oltre 20 milioni di franchi in prodotti e contributi monetari a sostegno delle organizzazioni umanitarie locali del Paese e in aiuto degli sfollati a causa della guerra nei Paesi vicini”. La multinazionale ha rimarcato poi come nel dicembre 2022 abbia destinato un investimento di 40 milioni di franchi a un nuovo impianto di produzione nella regione di Volyn, nell’Ucraina occidentale, “perché crediamo nel futuro dell’Ucraina e nel potenziale commerciale del settore agroalimentare del Paese”.
Infine, entrando nel merito della sua azione in Russia, l’azienda ha precisato di “avere ridotto drasticamente il portafoglio di prodotti commercializzati nel Paese dallo scoppio della guerra” e di avere “riorientato le attività sulla fornitura di alimenti essenziali e di base per la popolazione locale”, bloccando “le importazioni e le esportazioni non essenziali dentro e fuori la Russia”. E ancora, la multinazionale ha aggiunto di avere interrotto l’attività pubblicitaria nel Paese e di avere sospeso ulteriori investimenti di capitale legati a Mosca, rimarcando di avere “rispettato pienamente tutte le sanzioni internazionali applicabili alla Russia”. Un punto focale che spinge la società a confermare che questa sarà la linea anche per il prossimo futuro: “Le nostre operazioni in Russia – si legge nella nota – rimarranno focalizzate sulla fornitura di alimenti essenziali e di base alla popolazione locale”.
Quanto invece all’Ucraina, Nestlé fa sapere che “la priorità resta garantire la sicurezza dei nostri dipendenti e delle loro famiglie” e che sarà confermata l’azione di aiuto alla popolazione assicurata da donazioni alimentari per un valore di 7 milioni di franchi.
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