Il dolore della guerra non è soltanto morale. In Ucraina sono sempre più le persone che si trovano a fare i conti con arti amputati, ferite e carne lacerata. Così, cresce l’utilizzo di oppiacei, che sempre più soldati prendono per sopravvivere. Questi danneggiano cuore e stomaco e hanno non pochi effetti collaterali. Così, sempre più personalità lanciano appelli al governo per mettere in commercio la cannabis terapeutica. Pochi giorni fa, il Parlamento Ucraino, ha ratificato d’urgenza una legge per legalizzare la marijuana per scopi terapeutici, per alleviare così i dolori di militari e civili sconvolti dal conflitto. Soltanto due anni fa la proposta è stata respinta ma adesso è tutto diverso.
La guerra in Ucraina ha sconvolto vari ambiti dell’economia e della geopolitica: ha avuto un impatto importante anche sui traffici mondiali di droga. Le rotte della cannabis e della cocaina, che prima partivano dalla Russia, dall’Afghanistan e dai Balcani, sono cambiate. Infatti il conflitto ha atrofizzato i tradizionali canali illegali, complice anche la chiusura del porto di Odessa.
Ucraina, cresce la richiesta di droghe
Per soddisfare la crescente domanda di droga da Est e continuare a garantire anche le richieste dei Paesi dell’Europa Occidentale, i trafficanti di droga si sono riadattare. Adesso hanno preso più importanza gli hub marittimi negli Stati confinanti, come Romania e Bulgaria in primis. Secondo un’inchiesta di Global Iniative Transnazionale, determinati porti sono carenti di personale e dunque sarebbero passaggi più facili. Ci sono poi le “fabbriche” Outdoor nei Balcani. Il narcotraffico ha cercato vie alternative anche via terra, con l’Ucraina che gioca un ruolo da protagonista con laboratori illegali di droga sintetica tra Kiev e Leopoli.
In Russia e in Ucraina è cresciuta inoltre esponenzialmente la domanda di cannabis e sostanze psicoattive come eccitanti o calmanti. “La guerra ha avuto un effetto sensibile sui consumi della droga e ha fatto schizzare i prezzi” ha spiegato Ruggero Scaturro, senior analyst del centro studi Global Iniative. Questo ha fatto anche aumentare i prezzi: ogni confine in più attraversato, il prezzo di un chilogrammo aumenta di 200.300 euro. A gennaio 2023, un grammo di cannabis entrata in Romania dalla Serbia, era venduto tra i 7 e i 9 euro.