In uno dei momenti più critici per la guerra in Ucraina, con l’esercito ucraino pronto a crollare da un momento all’altro contrapposto ad una Russia che in più di due anni non ha mai ceduto su quasi nessun fronte – e certamente non su quelli importanti – il parlamento di Kiev (Verkhovna Rada) ha disposto l’arruolamento dei detenuti che si trovano nelle carceri ucraine. Una decisione che già lo scorso anno era stata presa anche dal Cremlino e, prima ancora, dalla Wagner quando era guidata dal defunto Yevgeny Prigozhin e che ora l’Ucraina è disposta a replicare per rinfoltire leggermente con i detenuti il numero sempre più carente di soldati al fronte.
La mobilitazione, spiega il sito RBC-Ukraine citato da Lettera43, durerà fino a che rimarrà in vigore la legge marziale (dunque: fino alla fine del conflitto) e sarà del tutto volontaria per i detenuti che – soddisfando alcuni requisiti – decideranno redimere le loro colpe aiutando la difesa dell’Ucraina in cambio di un regolare contratto di servizio militare e della libertà condizionale: la decisione, però, sarà subordinata al parere positivo da parte del tribunale competente per il singolo condannato.
Quali e quanti detenuti mobiliterà l’Ucraina: stime parlano di 26mila uomini
Nominavamo poco fa dei requisiti che i detenuti dell’Ucraina devono rispettare per poter richiedere l’arruolamento e si tratterebbe di semplici precauzioni per evitare di commettere gli stessi errori della Russia. La libertà condizionale, infatti, sarà limitata ai soli reati minori; mentre assassini, stupratori, criminali di guerra e politici condannati per corruzione dovranno necessariamente continuare a scontare la loro pena. Complessivamente, le stime dei detenuti che potrebbero essere arruolati dall’Ucraina parlano di circa 26mila persone, unitamente ad altre 50mila che hanno già scontato una pena in passato.
Insomma, Kiev sembra volersi tutelare dai rischi che deriverebbero dal liberare – come fatto in Russia – anche i criminali più pericolosi: dei 49mila carcerati graziati da Mosca e mobilitati da Prigozhin dopo sei mesi ne sono tornati in patria circa (o almeno, questo riferì l’ex Wagner) 32mila in larga parte tornati a delinquere e nuovamente arrestati, oppure uccisi in scontri con la polizia. Un rischio che, ovviamente, l’Ucraina non può correre.