Il Financial Times riporta la notizia del ritrovamento, da parte di ispettori dell’ONU, di mine terrestri nel sito della centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia, occupata dalle forze russe fin dai primi giorni della guerra dopo la loro invasione su vasta scala l’anno scorso. In base a quanto è emerso le mine sarebbero state trovate in una zona cuscinetto tra le barriere perimetrali interne ed esterne, in quello che è il più grande impianto nucleare in Europa. La scoperta ha fatto inevitabilmente allarmare. L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) ha però voluto rassicurare escludendo qualsiasi pericolo.



Avere tali esplosivi sul sito è incoerente con gli standard di sicurezza dell’AIEA e le linee guida sulla sicurezza nucleare e crea ulteriore pressione psicologica sul personale dell’impianto“. Queste le parole di Rafael Grossi, direttore generale dell’AIEA, il quale ha anche aggiunto: “la detonazione di queste mine non dovrebbe influenzare i sistemi di sicurezza nucleare del sito.”



PAURA PER UN INCIDENTE NUCLEARE A ZAPORIZHZHIA

La zona di Zaporizhzhia è da sempre sotto pressione, col timore incessante che una qualsiasi esplosione limitrofa possa dar luogo ad un incidente nucleare senza pari. Le preoccupazioni per la sicurezza sono aumentate poi il mese scorso dopo che la vicina diga di Kakhovka lungo il fiume Dnipro è stata fatta saltare in aria, inondando aree di terra e minacciando di privare la centrale nucleare dell’acqua necessaria per raffreddare il combustibile nucleare in loco, anche se la produzione di elettricità è stata interrotta l’anno scorso.



Nella dichiarazione dell’AIEA si legge che “gli esperti dell’Agenzia stanno continuando a monitorare da vicino la situazione relativa alla disponibilità di acqua per il raffreddamento dei sei reattori dello ZNPP e di altre funzioni essenziali di sicurezza nucleare. L’approvvigionamento idrico disponibile rimane relativamente stabile. Il sito continua ad avere acqua sufficiente per alcuni mesi“. Nel frattempo tra il 24 e il 25 luglio sono continuati attacchi di droni da parte della Russia sul porto ucraino di Reni sul Danubio, che forma un confine con la Romania, paese dell’UE e membro dell’alleanza militare della NATO. E il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha chiesto ulteriori sistemi di difesa aerea per proteggere i porti del suo paese, tra cui la capitale provinciale Odessa, il cui centro storico è stato questo fine settimana pesantemente segnato da un attacco missilistico russo.