L’Ucraina paga la scelta del 2014 di rinunciare all’arsenale nucleare. Da allora è in posizione di inferiorità rispetto alla Russia. Se poi ci mettiamo l’inconsistenza europea, con promesse di aiuto spesso rimaste sulla carta, e la necessità per gli USA di concentrarsi su Israele e la guerra a Gaza, si capisce come l’attuale posizione delle forze di Kiev non sia delle migliori. Per questo i russi continuano ad avanzare, assicurandosi altri quattro villaggi intorno a Kharkiv, con la probabile intenzione, spiega Vincenzo Giallongo, generale dei Carabinieri in congedo con al suo attivo missioni in Iraq, Albania, Kuwait e Kosovo, di accaparrarsi più territorio possibile e arrivare eventualmente a una trattativa con gli ucraini in una posizione di forza.



La vera grande offensiva russa, comunque, non è ancora partita: si aspetta che con la bella stagione il terreno di battaglia migliori e renda più facile l’avanzata. Agli ucraini non resterà che sperare di avere il più presto possibile le armi americane promesse dal Congresso. E anche in quel caso dovrebbero accontentarsi di frenare i russi, non certo di recuperare terreno.



Putin, d’altra parte, non vede un grosso coinvolgimento occidentale, se non a parole, e quindi prosegue nelle conquiste territoriali. Per questo il ministro degli Esteri britannico Cameron dice che l’Occidente dovrebbe essere più duro, non solo in Ucraina: se nessuno fa la voce grossa, i russi non si fermeranno. Un discorso che varrebbe anche per la Moldavia.

L’offensiva russa prosegue senza sosta: perché questa accelerazione?

Il tempo è migliorato e la Russia cerca di serrare il colpo definitivo per mettere ko l’Ucraina prima che arrivino le armi dagli USA. Ancora non è pronto del tutto il terreno, ma i russi stanno bombardando in modo feroce le zone di interesse. Il problema è che, se gli aiuti USA non saranno presto nella disponibilità degli ucraini, ce la faranno: bisogna fare in modo che la Russia non si sieda al tavolo di pace avendo già fatto un solo boccone dell’Ucraina.



Si combatte soprattutto nella zona di Kharkiv, qual è la strategia militare di Mosca?

I russi procedono a macchia di leopardo. Hanno capito che gli ucraini sono pochi e sondano i posti dove ce ne sono meno, cercando di espandere la loro zona di interesse vicino al Donbass. Non escludo che, nel caso in cui dovessero trovare zone deboli al sud, attacchino anche lì. L’idea di Putin è: “Più territori conquisto, più mi siederò al tavolo di pace con una posizione solida”. Non penso, comunque, che i russi possano prendere tutta l’Ucraina e mantenerla.

Perché l’Ucraina è in queste condizioni? A parte gli errori politici di gestione della guerra da parte dell’Occidente, ci sono stati anche errori strategici gravi da parte di Kiev?

Il primo errore degli ucraini è stato nel 2014, quando hanno rinunciato agli armamenti nucleari, al potenziale atomico. Se non lo avessero fatto, la Russia ci avrebbe pensato due volte a invaderli. Probabilmente hanno dato retta anche alle chiacchiere europee fidandosi delle promesse di aiuti che potevano arrivare. Anche adesso la UE continua a parlarne, ma non sta facendo nulla. Gli americani hanno inviato armi fino a un certo momento, poi è scoppiata la guerra in Israele, che è un alleato importante per gli americani. Allora gli Stati Uniti hanno pensato che all’Ucraina potessero pensarci di più gli europei.

L’ex primo ministro inglese David Cameron, ora ministro degli esteri nel governo di Rishi Sunak, dice che l’Occidente deve essere più duro. Non c’è abbastanza determinazione nel perseguire gli obiettivi a livello mondiale?

Sono perfettamente d’accordo. Tutti criticano Macron per l’ipotesi di inviare delle truppe, anche se ora qualcuno comincia a dire che ha ragione. Io dico da tempo che si dovrebbe entrare con armi e truppe in Ucraina.

Non vede un pericolo di escalation del conflitto in questo?

No, secondo me è l’unico sistema per arrivare a una pacificazione. Finché Putin fa la voce grossa, attacca e nessuno reagisce, non si arresterà. Se trova un muro, invece, si fermerà. Poi magari si alzerà il tono dello scontro a livello verbale, ma a quel punto la situazione si stabilizzerebbe. Anche quando Trump dice che in tre giorni farebbe finire la guerra, in realtà, secondo me, avrebbe in mente la stessa cosa: si posizionerebbe in Ucraina e a quel punto non credo che Putin voglia affrontare lo scontro.

Le forze armate moldave partecipano alle esercitazioni della NATO in programma fino al 26 maggio: cresce la paura di diventare una nuova Ucraina, di venire invasi dai russi?

La Moldavia può essere un nuovo fronte di guerra. È un Paese difficile. La Romania vorrebbe dare vita a una confederazione di Stati e per questo concede ai moldavi il suo passaporto, tanto è vero che la metà dei moldavi in Italia hanno passaporto rumeno. Una piccola parte della popolazione moldava, invece, è filorussa. Se l’Occidente rimane inerme anche in questo caso, la Russia potrebbe arrivare anche in Moldavia. Per non ripetere l’errore commesso con l’Ucraina bisogna fare entrare truppe NATO nel Paese, realizzare delle basi e portarci i soldati. Putin protesterà ma poi non attaccherà. Quando prima di lanciare l’operazione militare speciale osservava cosa stava succedendo al di là del confine ucraino stava verificando come erano disposte le forze nemiche. Se allora fossimo entrati in forze in Ucraina senza aspettare l’arrivo dei russi, questi ultimi non avrebbero attaccato. L’Occidente ancora adesso dice che sarà sempre vicino all’Ucraina: ma poi se non si mandano soldati e aiuti, come si può pretendere che vinca?

John Kirby, portavoce del Consiglio di Sicurezza americano, dice che i russi avanzeranno ancora, ma le armi in arrivo dagli USA permetteranno entro fine anno agli ucraini di contrastare gli attacchi. Cosa riusciranno a fare gli ucraini con questi aiuti?

Kirby comanda i servizi segreti e probabilmente ha una visione più completa di quella che è la situazione. Ancora non è stato sferrato il grande attacco russo e l’Ucraina sta approntando le linee difensive come si faceva una volta, con le trincee. Dipende molto da quando attaccheranno in massa i russi: potrebbe non succedere così velocemente. Nemmeno i russi, al di là dei proclami, mi pare che abbiano tanti uomini disponibili sul campo. D’altra parte, una volta arrivate le armi USA bisogna ricordarsi che l’arsenale americano è decisamente superiore a quello russo. Basterebbe per stoppare Mosca e servirebbe ad aprire i colloqui di pace da una posizione di minore debolezza. L’incognita è che non so se basteranno le armi: i soldati vanno addestrati ad usarle, sono armamenti sofisticati, potenti.

Di pace, quindi, per adesso si parla?

I russi fino a che possono martellano, visto che Biden è impegnato in altro: cercano di mettere il più possibile legna in cascina adesso.

(Paolo Rossetti)

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