In Ucraina, dall’inizio della guerra, le nascite sono calate del 28%. “Se non continuiamo a partorire, non potremo esistere come nazione indipendente”, dicono le ostetriche dell’ospedale di Kiev al Wall Street Journal. I numeri infatti non erano mai stati così bassi da quando nel 1991 il Paese è diventato autonomo. Anche se il tasso di fertilità è sempre stato tra i più bassi d’Europa.



Adesso la situazione è ancora più compromessa. Affinché una popolazione mantenga le sue dimensioni, devono nascere circa 2,1 bambini per ogni donna. La natalità, invece, è dimezzata rispetto a queste stime. I demografi prevedono che il tasso di fertilità diventerà non solo il più basso d’Europa, ma il più basso del mondo, accelerando il declino di una popolazione che si era ridotta negli ultimi decenni. È un fenomeno che appare quasi inevitabile, considerato anche lo scenario attuale. Gran parte dei nascituri, infatti, sono orfani, poiché i papà sono morti al fronte. Altre coppie, quelle che hanno potuto, hanno deciso di andare all’estero per dare un futuro migliore ai loro figli.



Ucraina, nascite calano del 28% con la guerra: il drammatico fenomeno

Una importante domanda che gli esperti si pongono è come si comporteranno le persone quando le ostilità finiranno. In altri termini, se c’è speranza che le nascite in Ucraina possano smettere di calare dopo la fine della guerra. Gli uomini, impegnati al fronte, raggiungeranno le donne all’estero, viceversa? Nel peggiore dei casi, secondo i demografi, la popolazione del Paese potrebbe scendere sotto i 30 milioni entro i prossimi due decenni, dai circa 43 milioni alla vigilia del conflitto.

Meno nascite significa però anche meno ucraini a disposizione per ricostruire il Paese al termine della guerra e per difenderlo dalla Russia, che probabilmente rimarrà una minaccia anche a distanza di anni, indipendentemente dall’esito che avrà questo incubo dal punto di vista geopolitico. Il futuro dell’Ucraina, insomma, è in bilico, in tutti i sensi.