Il bilancio dell’Ucraina ha un buco di 40 miliardi di euro. A lanciare l’allarme è il Ministero delle Finanze, la cui speranza è di riuscire ad ottenere nuovi fondi da parte di Usa e Ue. Non è però così scontato che arrivino nuovi aiuti, e ciò rappresenta un grande problema perché attualmente le risorse raccolte dalle tasse vengono usati per l’esercito, come dichiarato dal primo ministro Denys Shmyhal. Quindi, allo Stato mancano i soldi per il resto: dalle strade alle scuole, passando per stipendi, pensioni, polizia e raccolta rifiuti. La situazione è piuttosto delicata, come ricostruito da Welt. Un deficit di bilancio di 40 miliardi di euro rappresenta quasi il 20% del Pil. Per tappare questo buco di bilancio, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha tre piani, che però non stanno facendo progressi. L’Unione europea ha promesso 50 miliardi di euro, ma il pagamento è bloccato dall’Ungheria. Gli Stati Uniti hanno promesso oltre 60 miliardi di dollari, ma i repubblicani stanno frenando l’invio di questi aiuti.



Gli aiuti di Bruxelles scadono a dicembre: si parla di 50 miliardi in quattro anni, di cui 17 in sovvenzioni e 33 in prestiti. Ma per il primo ministro ungherese Viktor Orban, c’è troppa corruzione in Ucraina, quindi i fondi europei rischiano di andare persi. Peccato che per l’organizzazione Transparency International è la stessa Ungheria uno dei Paesi più corrotti d’Europa. La ragione forse risiede nello stop dell’Ue a circa 22 miliardi di fondi di coesione per l’Ungheria, che secondo la Commissione Ue viola gli standard dello Stato di diritto. Quello di Orban è, dunque, una sorta di ricatto. Stando a quanto riportato da Welt, uno scenario possibile è che alla fine l’Ue sblocchi almeno una parte dei fondi: è probabile che un accordo su ulteriori aiuti all’Ucraina sia troppo importante per la Commissione.



BILANCIO UCRAINA, SBARRATA LA STRADA VERSO LA BANCA CENTRALE RUSSA

L’Ucraina è in attesa anche degli aiuti americani per risanare il suo bilancio. I repubblicani vogliono escludere Kiev dal pacchetto di aiuti, opponendosi a ulteriori finanziamenti per Zelensky. La situazione, quindi, è spinosa. La terza strada è quella che porta alla Banca centrale russa. L’Ucraina vorrebbe accedere alle riserve che gli Stati occidentali hanno congelato all’estero poco dopo dell’inizio della guerra scatenata dalla Russia. Ma per i funzionari europei non c’è alcuna possibilità perché, come evidenziato da Welt, ritengono legalmente impossibile dirottare quel denaro verso Kiev. Quei 300 miliardi di dollari appartengono ancora a Mosca. Bruxelles non può disporne liberamente, sostengono i legali, secondo cui disporre di quelle somme sarebbe una violazione del diritto internazionale.



La Commissione europea aveva preso in considerazione la possibilità di investire gli asset russi e di trasferire almeno i profitti in Ucraina, ma poi dovrebbe essere responsabile di eventuali perdite e, nella peggiore delle ipotesi, doversi ritrovare a risarcire la Russia. Al momento solo una strada sembra avere una chance: l’Ue potrebbe chiedere una tassa speciale ai cosiddetti depositi centrali, che gestiscono il denaro congelato e guadagnano interessi su di esso, e mettere le entrate a disposizione dell’Ucraina. Il problema è che all’Ucraina non andrebbero miliardi, ma solo qualche milione.