Bruxelles ha avviato l’iter burocratico per la pratica di ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea, un processo che culminerà a dicembre con la pronuncia ufficiale da parte dei 27 leader degli Stati membri. Tutto ciò nonostante le varie inchieste da parte dei funzionari che avevano rilevato alti livelli di corruzione, incompatibili con le norme Ue. Da alcune note interne del Consiglio Europeo, anticipate dal giornale Politico, emergono poi i calcoli fatti sulle stime dei costi che questo nuovo membro dell’unione costerà. Si tratta di una cifra parecchio elevata, alla quale dovranno contribuire in percentuale tutte le nazioni.
Compresa l’Italia che partecipa al 12% della spesa. 186 miliardi di euro in sette anni, che tradotto in termini pratici considerando la quota dell’Italia significherebbe spendere circa 22 miliardi di euro. A questi, come sottolinea il quotidiano La Verità, vanno aggiunti altrettanti fondi che sono già stati stanziati dall’Ue per sostenere la difesa a partire dall’inizio del conflitto con la Russia. E cioè 83 miliardi e 257 milioni in aiuti finanziari, umanitari e militari. E ancora sussistono problemi, soprattutto per quanto riguarda la consegna di alcune forniture, perchè le aziende non riescono a rispettare le scadenze stringenti.
Quanto costerà l’ingresso dell’Ucraina in UE
Sono stati avviati i negoziati per l’adesione dell‘Ucraina nell’Unione Europea. Un ingresso fortemente voluto da Ursula von der Leyen, che ha dichiarato che per il paese di tratta di “Un traguardo al quale aspira la maggioranza dei cittadini“, ricevendo anche la risposta da parte di Zelensky che ha commentato la notizia dicendo: “Ce lo meritiamo“. Questo processo però, secondo le stesse stime del Consiglio Europeo, costerà parecchio. 186 miliardi solo per l’ingresso, più gli altri fondi già destinati e quelli futuri per finanziare gli aiuti durante la guerra con la Russia.
Una spesa che si somma alle perdite derivate dalla crisi energetica che il conflltto ha provocato. Che da fonti del Ministero degli Affari Esteri, citate dal quotidiano La Verità ammontano a 681 miliardi di euro spesi per i sussidi che i vari Stati hanno dovuto garantire ai cittadini per il caro bollette, oltre agli inevitabili aumenti del metano, del gas e del petrolio. In più occorre considerare anche i minori introiti per i governi generati dallo stop delle esportazioni in Russia, e cioè -38% nel 2022.