I paesi latinoamericani e dell’America centrale hanno recentemente rifiutato di schierarsi in merito alla guerra in Ucraina, chiedendo anche all’Unione Europea dei risarcimenti per la schiavitù in epoca coloniale. È quanto emerge da un’indiscrezione del sito Euractiv che avrebbe avuto modo di mettere le mani su una proposta di dichiarazione congiunta che i cosiddetti paesi CELAC (ovvero la Comunità degli Stati latinoamericani e caraibici) hanno inviato a Bruxelles, dove dovranno recarsi per il prossimo vertice europeo. La richiesta avanzata dall’UE sarebbe quella di accordare una dichiarazione in cui i paesi CELAC appoggiano gli sforzi europei a favore dell’Ucraina, avviando dall’altro lato un percorso di cooperazione tra i blocchi economici mai visto prima d’ora.



L’Ucraina e la schiavitù nella dichiarazione dei paesi CELAC

Insomma, complessivamente i paesi latinoamericani avrebbero rifiutato ogni dichiarazione in merito all’Ucraina. Non sarebbe, effettivamente, una novità, perché già dallo scoppio della guerra nessuno dei paesi CELAC ha condannato apertamente l’aggressione di Putin ai danni di Kiev. Nella bozza di dichiarazione inviata da Bruxelles, i paesi CELAC hanno eliminato ogni riferimento alla guerra e ad un eventuale sostegno alla posizione dell’Europa, senza neppure citarla in nessuna parte della controproposta di bozza inviata.



Secondo alcuni diplomatici europei intervistati da Euractiv, le parti inerenti all’Ucraina erano “molto equilibrate” e non prevedevano “niente di speciale”. In alcune dichiarazioni passate, tuttavia, più volte i paesi che fanno parte della CELAC hanno sottolineato di non voler essere trascinati in mezzo ad un conflitto che, dal conto loro, non li riguarda, reputandolo un “problema europeo“. Non sono, invece, noti i restati argomenti rigettati o accettati dalla bozza di dichiarazione congiunta che ha inviato Bruxelles, ma oltre alla parte stralciata sull’Ucraina, sottolinea ancora Euractiv, i paesi latinoamericani hanno sottolineato “la necessità di adottare misure appropriate per ripristinare la dignità delle vittime [della tratta degli schiavi africani transatlantica], compresi risarcimenti per aiutare a guarire la nostra memoria collettiva e per invertire le eredità del sottosviluppo”.

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