In una nazione che da più di 30 mesi si trova al centro di una violenta guerra com’è l’Ucraina – caduta nel baratro bellicoso a causa dell’invasione da parte delle truppe russe iniziata nel febbraio del 2022 – la peggiore delle cose che potrebbero capitare è che rimanere a corto di soldati o di armi: due problemi che interessano in (quasi) egual modo il governo di Kiev che si scontra – da un lato – con un elevatissimo numero di fughe all’estero da parte dei giovani militari neo-arruolati e – dall’altro – con un muro eretto da alcuni (ex?) alleati occidentali sempre più reticenti a spendere ingenti somme per una causa che sembra ormai persa.
Ma lasciando da parte la questione degli alleati, il nodo più importante che l’Ucraina deve sciogliere è proprio quello della mancanza di soldati che potrebbe aprire ai più tragici epiloghi in una manciata scarsa di ore – specialmente se la Russia decidesse di attaccare con tutta la sua potenza militare -: non a caso durante l’estate abbiamo visto Zelensky aprire alle più disparate misure, culminate con un vero e proprio decreto ‘svuota carceri’ che potrebbe dare una svolta significativa al conflitto; tutto a costo (per così dire) solamente della liberazione di migliaia di detenuti, talvolta pericolosi.
Da una stima ufficiale, i detenuti che potrebbero diventare facilmente – e volontariamente – soldati sono circa 20mila, mentre la promessa fatta dal governo dell’Ucraina è quella di una completa amnistia per la restante pena che dovrebbero ancora scontare: non un via libera completo perché se da un lato il limite è stato posto ai reati ‘lievi’ (escludendo gli omicidi, gli stupri e così via); dall’altro la liberazione è subordinata ad un servizio prestato fino alla fine della guerra, fermo restando che dopo l’ex detenuto sarà messo agli arresti domiciliari per una sorta di periodo di ‘prova’.
I (falliti) tentativi dell’Ucraina di arruolare nuovi soldati: dalla Legione straniera al rimpatrio coatto
Insomma, la speranza dell’Ucraina è quella di riuscire a rimpolpare le file dell’esercito (e non a caso le domande già presentate dai detenuti sono state ben 3mila in una manciata di giorni); mentre dall’altro chi ha ancora pene residuali piuttosto lunghe spera di chiudere presto la parentesi bellica per godersi la ritrovata libertà. Ipotesi – tuttavia – che potrebbero scontarsi con la dura realtà di un popolo sempre più stanco dell’eterna guerra contro la Russia che fino ad ora ha fatto (quasi) fallire la totalità dei piani di arruolamento proposti da Zelensky.
È il caso del tentato rimpatrio forzato di chi era scappato dall’Ucraina già a febbraio 2022 – a cui si sono opposti paesi come la Polonia e la Moldavia ai sensi delle leggi sulla protezione internazionale promulgate dell’UE -, ma anche della vera e propria campagna di mobilitazione messa in atto nelle città rimaste libera dagli stivali degli invasori; senza dimenticare neppure il tentativo di formare una sorta di Legione straniera in accordo con la Polonia per formare un mini esercito per tutti i cittadini ucraini che vivono all’estero: un piano che secondo Kiev ha raccolto “migliaia” di adesioni, ma senza – evidentemente – portare a nulla di concreto.