Nonostante l’annessione forzata di quattro regioni del Donbass, escamotage studiato a tavolino per fermare l’avanzata dell’esercito ucraino in modo tale che non sia più considerata liberazione di territori occupati ma attacco diretto alla Russia, le forze di Kiev proseguono l’offensiva. Gli scontri si sono spostati nella regione di Mykolayiv e vicino ad Andriyvka, nella regione di Kherson, mentre è stato annunciato il pieno controllo di Lyman, appena annessa alla Russia.
Il quadro della situazione rende sempre più esplicita la minaccia russa di uso di armi nucleari convenzionali, ma la Nato non si scompone: “L’armamento convenzionale americano è talmente potente e aggiornato, che è in grado di provocare danni gravissimi senza bisogno di ricorrere al nucleare” ci ha detto in questa intervista Vincenzo Giallongo, colonnello dei Carabinieri, esperto di sicurezza, numerose missioni estere, in Iraq durante la missione Antica Babilonia.
Intanto le crepe all’interno del Cremlino si fanno sempre più profonde, con il presidente ceceno e il capo della milizia Wagner che chiedono la testa del ministro della Difesa e del capo di Stato maggiore: “Quando si comincia a fare così, si può essere certi che il prossimo di cui si chiederà la testa sarà il capo assoluto, e cioè Putin” ci ha detto ancora Giallongo.
Davanti alle minacce sempre meno velate da parte di Mosca di far ricorso ad armi nucleari convenzionali, la Nato dice che risponderebbe con uno sforzo collettivo che eliminerebbe ogni forza convenzionale russa in Ucraina, in Crimea e nel Mar Nero. Davvero la Nato ha armi così potenti da non aver bisogno del nucleare?
Sicuramente sì. L’armamento convenzionale, soprattutto americano, è tale che senza uso del nucleare può infliggere danni gravissimi. Qual è infatti la pericolosità del nucleare? Sono i danni che continuano nel tempo: la diffusione delle radiazioni, le malattie alla pelle e al sangue che si trasmettono per generazioni. L’armamento convenzionale americano è sempre aggiornato ed è in grado di procurare distruzioni di massa evitando l’uso del nucleare.
Quindi, dato il quadro negativo per i russi sul territorio, la minaccia del nucleare è tale perché sono consapevoli che con le armi convenzionali non sono in grado di vincere la guerra?
Assolutamente sì. Va poi detto che gli Stati Uniti non possono far ricorso al nucleare in modo così libero, ci sono molti vincoli che ne impediscono l’utilizzo. In Russia è diverso, ma anche Putin ha dei freni interni e questi freni lo hanno costretto a dirsi disponibile a una trattativa di pace.
Lo può fare adesso che ha raggiunto, anche se in modo parziale, gli obbiettivi prefissati, con l’annessione di alcune regioni del Donbass?
Sì, perché adesso davanti al suo popolo Putin è quello che ha vinto, ha ottenuto quanto aveva promesso. Inoltre deve far fronte alla dissociazione interna, migliaia di persone che fuggono perché non vogliono la coscrizione obbligatoria.
Il fronte interno del Cremlino, non a caso, è diventato un vero terreno di battaglia: il presidente ceceno e il capo della milizia Wagner chiedono la testa del ministro della Difesa e del capo di Stato maggiore, definiti degli incapaci. Che cosa significa?
Quando si chiede la testa di un capo di Stato maggiore o di un ministro della Difesa è solo l’inizio, prima di arrivare a chiedere la testa del capo stesso, cioè Putin. Questo gli americani lo hanno detto: è ora che facciano fuori Putin dall’interno. Non la popolazione, che non ne ha la forza, ma chi governa insieme a lui e chi lo appoggia. Inoltre Putin è stato già ammonito tre volte dalla Cina, che gli ha detto chiaramente di fermare la guerra. Quando viene a mancare l’appoggio del primo partner è dura proseguire.
Siamo dunque vicini a una svolta? Tutte questi morti e distruzioni per pochi chilometri quadrati?
Personalmente, e come me la pensano molti analisti, ritengo che la Nato abbia fatto un grave errore prima dell’invasione russa.
Quale?
Per mesi Putin con quelle grandi esercitazioni ai confini con l’Ucraina ha voluto vedere come avrebbe reagito la Nato. Quando ha visto che non faceva niente ha attaccato. Credo che se la Nato si fosse inventata delle esercitazioni in territorio ucraino Putin non avrebbe attaccato.
Ma nessuno credeva che Putin avrebbe davvero attaccato, o no?
L’intelligence ha sempre detto che avrebbe invaso l’Ucraina. Non dimentichiamo che la Nato non è solo l’America, anche se Washington ha un grosso peso. Evidentemente hanno fatto scelte diverse, non hanno valutato seriamente quello che stava succedendo: tante volte i vertici non percepiscono quello che sta succedendo, salvo poi pentirsene.
Tornando all’ipotesi che Putin intenda trattare, Zelensky cosa farebbe? Ha detto che con lui al governo non ci sarà mai dialogo…
Infatti il vero problema adesso è l’Ucraina. Zelensky sarà disponibile a sedersi a un tavolo, accettando di perdere dei territori? Secondo me, non deve aspettarsi qualcosa da Putin, ma dall’Occidente.
In che senso?
Se l’Occidente, in cambio di quei territori che in gran parte sono abitati da russofili e che da otto anni procurano problemi a Kiev, promette di ricostruire un Paese devastato, promette l’affiliazione dell’Ucraina alla Nato, dà al presidente ucraino un canale prioritario per entrare nell’Ue, considerando l’Ucraina partner privilegiato negli scambi commerciali, Zelensky ha tutto da guadagnare. Sarebbe un modo indolore per chiudere questa brutta storia. È interesse di Zelensky accettare un compromesso il più possibile vantaggioso per l’Ucraina.
(Paolo Vites)
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