L’Unione europea ha promesso all’Ucraina di mandarle un milione di granate entro un anno. Kiev ha un disperato bisogno di queste munizioni, ma gli Stati membri perdono tempo nel discutere delle clausole e la guerra scatenata dalla Russia rischia di complicarsi per gli ucraini. Lo rivela Welt, spiegando che il negoziato che è andato avanti per ore a Bruxelles non ha prodotto alcun accordo, sebbene il tempo stringa. Mercoledì gli ambasciatori degli Stati dell’Ue hanno affrontato il tema. L’obiettivo è fornire un milione di proiettili da 155 millimetri nel giro di dodici mesi, rifornimenti fondamentali per gli obici delle unità di artiglieria che sono impegnate in una guerra di posizione con le truppe russe, ma finora non è stato dato seguito a tale piano.
Secondo ambienti militari di Bruxelles, citati dal quotidiano tedesco, sarà difficilmente raccolto quel milione di munizioni, almeno non entro un anno, perché i colloqui sono difficili. Ci sono competenze e interessi nazionali in ballo. L’idea era di acquistare congiuntamente i nuovi proiettili, ma non tutti gli Stati membri dell’Ue vogliono ordinarli tramite l’Agenzia europea per la difesa (EDA), che dal canto suo insiste per avere un ruolo cruciale, infatti vuole sollecitare le offerte, negoziare i contratti e concludere gli acquisti, anche se non ha maturato alcuna esperienza finora.
MUNIZIONI ALL’UCRAINA: UE DIVISA
La questione delicata è un’altra secondo Welt. Le granate vanno acquistate fuori dall’Europa? Infatti, la Francia preferirebbe ordinarle dalla propria industria bellica, quindi è contraria ad acquisti extra Ue. Anche Grecia e Cipro esitano, temendo un coinvolgimento dei produttori turchi. Invece, ci sono Paesi come la Germania che sostengono l’ipotesi di effettuare ordini fuori dall’Europa, ad esempio di effettuare acquisti in Giappone, dove c’è una capacità produttiva inutilizzata. Ma l’Ucraina non ha tempo a disposizione. Secondo gli esperti militari, i soldati russi sparano oltre 20mila proiettili al giorno, mentre l’esercito ucraino circa 2mila, quindi dieci volte meno, perché è costretto alla moderazione, visto che molte fabbriche di armi e depositi di munizioni sono in rovina. Servono, quindi, rifornimenti dall’Ue, altrimenti non saranno in grado di contrastare la potenza di fuoco della Russia. Ma la mancanza di proiettili non è l’unico problema. Il colonnello austriaco Markus Resiner a Welt ha dichiarato che «è altrettanto importante che l’Occidente fornisca un numero sufficiente di nuovi tubi per i pezzi di artiglieria». Visto che ogni canna si consuma col tempo, la precisione diminuisce ed emergono problemi. A Bruxelles però non se ne parla.
EUROPA SENZA MUNIZIONI (E ORDINI)
Finora circa 300mila proiettili d’artiglieria vengono prodotti annualmente in Europa, da 15 produttori in undici Stati. Come la tedesca Rheinmetall, la francese Nexter e la svedese Saab. Negli ultimi anni queste aziende avevano ridotto la produzione, visto che le granate servivano solo per le esercitazioni, mentre ora la situazione è cambiata a causa della guerra in Ucraina. Per il colonnello austriaco Markus Resiner, Paesi di medie dimensioni come Slovacchia, Repubblica Ceca o Austria dispongono di 10-20mila proiettili calibro 155, ma le cifre esatte sono segrete. Le scorte della Germania, secondo gli ufficiali della Bundeswehr, durerebbero da due a quattro giorni in caso di guerra. In Gran Bretagna potrebbero durare una settimana. Questo vuol dire che le scorte degli Stati membri sono quasi vuote e i produttori non hanno capacità di produzione. Questa situazione non può cambiare da un giorno all’altro, perché la produzione di munizioni per artiglieria è complicata, inoltre molte aziende non vogliono produrre finché non ci sono ordini. E questi mancano perché finora gli Stati membri dell’Ue si stanno confrontando su formalità, come accaduto nei giorni scorsi a Bruxelles.