L’Ucraina sembra versare in una condizione che potrebbe presto diventare critica per la conduzione della guerra – sull’orlo del terzo anno consecutivo – contro la Russia: da un lato l’impeto iniziale di Kiev sembra essersi leggermente affievolito sotto i colpi incessanti dei russi, mentre dall’altro anche l’Occidente è sempre più scostante in quel supporto che resta incrollabile solamente sulle bocche dei leader mondiali; ma ad aggravare ulteriormente la condizione ci sarebbe anche il morale della popolazione e – soprattutto – quello delle truppe che sui fronti ogni giorno incrociano il fuoco con i russi.



Nel frattempo, il fronte dell’Ucraina si è spaccato in due: da un lato un fronte interno che finisce sempre più nelle mani del Cremlino che procede spedito nelle sue conquiste territoriali che userà per far leva in un ipotetico tavolo negoziale futuro; mentre dall’altro lato qualche piccolo – e forse vano, specialmente se crollassero i fronti interni – successo Kiev lo sta incassando sul territorio di Kursk, difeso con pochissimo impegno da parte della Russia.



Il sondaggio sulla popolazione in Ucraina: “1 giovane su 3 è stanco della guerra”

Proprio la missione a Kursk sembrava essere un modo per risollevare quel carente morale di una popolazione che in Ucraina da più di due anni vive nel centro di un conflitto che ha già causato danni critici a numerose città, interruzioni sempre più frequenti nella corrente elettrica e nelle forniture alimentari e di beni di prima necessità; ma di fatto sembra l’obiettivo non sia stato raggiunto e a dimostrarlo è un recentissimo sondaggio condotto dal Washington Post americano.

Dai dati raccolti emerge – infatti – che un terzo esatto di un pool di cittadini tra i 18 e i 35 anni che non combattono sul fronte sia ormai ampiamente favorevole ad una soluzione pacifica, anche a costo di sacrificare qualche territorio, pur con la sfiducia nei confronti della parola di Putin alle stelle; mentre la percentuale cala in modo netto tra le truppe al fronte che sembrano non voler sacrificare ancora completamente gli sforzi fatti fino ad ora e – soprattutto – le anime dei loro (ormai numerosissimi) compagni caduti.